martedì 2 giugno 2009

Settimana decisiva per il futuro

Molto da fare, tutto da decidere? Sembra di sì alla luce delle dichiarazioni di Cobolli Gigli e Blanc. Alla Juve si stanno preparando per uno dei finali di stagione più caldi degli ultimi venti anni. Ogni mossa deve essere pesata e pesata di nuovo, per rendere minimi gli errori, anzi per eliminarli.  Stavolta non è permesso sbagliare. Ecco perchè la dirigenza prende tempo, almeno una settimana. Entro la quale dovrebbero accadere diverse cose.


Per esempio giovedì c'è un incontro cui la Juve guarda con interesse. Spalletti incontra la Sensi e a cena la Juve dovrebbe ottenere qualcosa di più chiaro di un semplice contro-interesse da parte di Spalletti. Per esempio c'è da capire se Luciano il Toscano è pronto a liberarsi dai giallorossi e approdare a Torino. Modulo, carisma, personalità e curriculum sono i punti di forza del tecnico della Roma. Il primo fattore è uno dei determinanti, oltre all'esperienza ottima in Serie A e anche in Champions. Forse non è proprio un simbolo di juventinità, proviene da una delle piazze più nemiche, ma potrebbe davvero essere l'uomo adatto per guidare la Juve. Modulo, dicevamo. Sì perchè Diego si inserirebbe a meraviglia nel suo 4-2-3-1. Perfetto per la rosa bianconera. Sissoko e uno tra Marchisio e Zanetti rappresentano il duo davanti la difesa, la cabina di regia forte e di qualità. Due ali che spingono: Giovinco o Iaquinta a sinistra, Marchionni e Camoranesi a destra. Diego in mezzo, a dividersi il compito magari con Del Piero. Quest'ultimo potrebbe anche fare da punta che però dovrebbe essere Amauri. Ecco il dream-team che sogna la dirigenza, e anche un pò il tifoso, compreso me. Già perchè questi nomi divertono già in lettura, figuriamoci in campo. E Spalletti ha già ampiamente dimostrato di far divertire il pubblico. Solo che qui a Torino non si vogliono divertire, vogliono vincere. Spalletti con una buona Roma ha portato a casa sin qui due Coppe Italia e una Supercoppa di Lega, che però sanno di trofei programmati. Ma non complichiamoci la vita. Sarà in grado Spalletti di reggere l'urto di uno spogliatoio in fiamme? L'indizio del prolungamento di Iaquinta potrebbe far pensare a Spalletti. Le garanzie date a Diego sono un segnale di come la Juve ha preparato la strada al brasiliano, dal punto di vista tattico ovviamente. Concetto più volte ribadito dalla dirigenza. Spalletti sa lavorare con i giovani, perciò Giovinco potrebbe avere davvero le chance per crescere e giocare con continuità.

Il secondo nome è l'amatissimo Ciro. Sondaggi e forum lo danno in pole. Ciro ha conquistato immediatamente il pubblico, ma questo era scontato. Quello che scontato non era riguarda la dirigenza e le alte sfere juventine. Ferrara ha dato ottima prova di come potrebbe gestire lo spogliatoio, guadagnandosi rispetto da parte di tutti i giocatori e riportando calma e convinzione. Basti riguardare le prove di Camoranesi e soprattutto Zebina. Ha dimostrato quello che molti ipotizzavano: carattere, intelligenza e quel pizzico di allegria all'interno e all'esterno. Ha imparato molto dall'esperienza azzurra accanto a Lippi, e in vista di un Marcello a capo dell'area tecnica nel 2010 sembra proprio il nome più caldo. Ma occhio anche a Lippi. Quando andò via dalla Juve, prima dell'arrivo di Capello, proprio Marcello Lippi indicò Spalletti come migliore sostituto per la panchina della Juve. Altro segnale? Intanto Ciro spera a fa bene. L'effetto Guardiola ha già dato i suoi frutti con Leonardo al Milan. La Juve potrebbe dare fiducia a Ferrara e continuare l'avventura più gradita al pubblico bianconero.

Si allontana e stavolta definitivamente l'ipotesi Conte. Non convince la sua idea di calcio. Non perchè non sia buona, anzi altamente spettacolare. Non convince quel 4-2-4, poco adatto a Diego e alla necessità di inserire lì dentro Iaquinta, Del Piero, Amauri e Giovinco. Senza trascurare Camoranesi. Non convince nemmeno lo staff che l'ex-Capitano intende portarsi alla Juve. Quel Ventrone con cui Lippi litigò furiosamente nella sua prima missione bianconera comprometterebbe il ritorno di Marcello a casa. Anzi, lo stesso Conte sembra non graditissimo a Marcello Lippi, storie vecchie, vecchie storie. In verità, i problemi principali per la candidatura di Conte sono i primi: modulo e staff. Due fattori fondamentali, impossibile da trascurare.

Se non Conte, chi allora? I giornali ovviamente devono vendere, Cobolli credo stia imparando l'arte del parlare con la carta stampata, quindi è facile capire come la Juve non pensa davvero di affidarsi a gente inesperta. Ballardini, Allegri, Giampaolo, suvvia. Non scherziamo. Sarebbe il colpo perfetto per moratti e soci, ma qui si deve tornare a vincere. Questi quarantenni qui potrebbero anche avere idee buone per il calcio giocato, ma non sanno nulla dell'ambiente Juve e non hanno, a mio giudizio, il carisma ideale per poter reggere l'urto del tifo bianconero.

Come Cobolli ha detto, serve uno con la Juve nel sangue, uno giovane di testa e bravo. Nel primo caso parla di Ferrara, nel secondo caso di Spalletti.

Sul fronte del mercato, pare D'Agostino l'obiettivo principale per rafforzare il centrocampo. Questo significa che Poulsen e Tiago avranno vita breve, che Camoranesi resterà alla Juve e che dopo l'addio di Nedved la società pare orientata ad una Juve all'attacco. Marchisio, che ieri Casiraghi ha definito il modello del centrocampista moderno con qualità e quantità, mentre la Juve lo ha eletto la più grande sorpresa dell'anno, Zanetti e Sissoko più D'Agostino sembrano far pensare ad un centrocampo a tre forte, con Diego trequartista. Qualità e quantità. D'Agostino garantirebbe la necessaria regia accanto alla forza di Sissoko e Marchisio. Garantirebbe il supporto adatto ai moduli 4-2-3-1 e 4-3-1-2 e 4-3-3, moduli che peraltro l'Udinese ha sperimentato questa stagione. Moduli che Ferrara ha detto di studiare e Spalletti ha dimostrato di padroneggiare.

Infine è caccia al terzino. De Ceglie verrà confermato. Io mi schiero con chi ha deciso che Molinaro va ceduto: due anni in cui i miglioramenti sono stati davvero pochi. Un cross ogni cinque partite giocate è troppo poco. Fase difensiva scarsa, ottimo dinamismo, ma allora è meglio che si dedichi alla corsa campestre. E allora torna di moda il nome di Criscito, assolutamente da portare a casa per far crescere. Ma quest'anno Criscito, dati alla mano, è uno dei migliori laterali del campionato. Occhio pure a Grosso: con Chiellini e Cannavaro e Legrottaglie, c'è il rischio di ricomporre la difesa azzurra. Cosa che accade dal 1925. L'altro nome che si fa è quello di Dossena. Spalletti l'anno scorso avrebbe fatto carte false per averlo alla Roma. Poi non se ne fece nulla. Altro segnale?

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