martedì 9 giugno 2009

Kaka, D'Agostino e i giovani Juve

Strano, non me lo aspettavo. Kakà è ufficialmente un giocatore del Real Madrid. Il Milan è ufficialmente in crisi. Nel giorno in cui Arrigo Sacchi scrive di calcio-malato, di gestione-senza-senso delle società (delle società? Roma, Milan e Inter, perchè non fa i nomi?) e parla di un calcio fatto di idee e di pochi soldi, Kakà va al Real. E il Milan si ritrova più vulnerabile. Prima una piccola parentesi su Sacchi. Forse il grande maestro si dimentica come il suo Milan diventò grande: con vagonate di soldi e assegni firmati da Berlusconi, innescando la più grande caccia al dollaro del calcio italiano. Ma signor Sacchi: parla sul serio o ha studiato da Emilio Fede? Bah, ridicolo.


Se il Milan si priva di Kakà non lo fa per soldi. Non solamente per soldi. Non raccontiamo le favole. Le parole di Kakà sono bellissime, da grande e vero uomo. Però anche lo stesso Kakà dimentica che dopo il primo anno, ogni giugno, il papà ha chiesto adeguamenti di contratto altrimenti... E stavolta l'altrimenti si è trasformato in Florentino Perez, che non fa fatica a sganciare soldi. Kakà è solo un sacrificio? Cioè: Pirlo, Pato e gli altri rimarranno? Ronaldinho è stato preferito a Kakà? Dai, cerchiamo di fare i seri. Per risanare il bilancio c'erano diverse vie, diverse strade percorribili. O vendere il giocatore che più di tutti è stato decisivo, o cercare di rifondare la squadra. Rifondare significa: vendere Pirlo, Seedorf e Dida, alleggerirsi di conseguenza di ingaggi importanti, liberarsi di giocatori che ormai hanno poco da dare alla causa rossonera (basta guardare le prestazioni di questi ultimi due anni) e racimolare un bel gruzzoletto di denaro. Col quale sostituire i tre partenti. Esiste un D'Agostino che è l'erede perfetto di Pirlo. Esiste un Marchetti che non costa certo 100milioni di euro ed è cento volte migliore di Dida, oltre che di 10 anni meno. Esistono infine altri centrocampisti in grado di sostituire Seedorf, più giovani e sui quali poter contare per il futuro. E poi ci sono i dubbi su Sheva e Ronaldinho: che senso ha puntare su due pensionati? E' questo il sentimento di rabbia dei milanisti: non vedono il progetto, non capiscono la cessione, non riescono a vedere successi prossimi con questa rosa ormai troppo avanti con l'età e molto indietro con gli stimoli. Anche perchè, e concludo, qualora il Milan reinvestisse i 60 milioni di euro sul mercato, a quel punto cadrebbe la causa "lo vendiamo per soldi!". E poi Gourcuff? Mah.

Veniamo alla Juve. Fumata grigia per D'Agostino. Fumata grigia e credo pure che Pozzo si sia fatto una fumata di sostanze stupefacenti. Non si spiega la valutazione data al centrocampista. La Juve non può e non cederà al quel prezzo. Preferisce pagare con contropartite tecniche. Ad esempio il giovane ed interessante Paolucci, Lanzafame o Volpato e soldi cash. Impossibile cedere Giovinco e Marchisio, forse tutto si potrebbe riaprire con l'inserimento di De Ceglie. Ed ecco perchè.

Ho azzeccato tutto sull'affaire Criscito. Mimmo tornerà a Torino perchè il buon senso vuole così. La Juve rinnova la comproprietà di Palladino lasciandolo a Genova, Mimmo torna a Torino. Il giovane laterale così tanto gratificato e valorizzato da Gasperini torna alla grande a casa. Conosce alla perfezione la difesa a tre, ha giocato benissimo in una difesa a quattro. Da laterale però e non da libero (Ranieri, ha quanto danno...). Ora, col rientro di Criscito la Juve potrebbe cedere in comproprietà De Ceglie all'Udinese se e solo se D'Agostino risulta davvero funzionale e fondamentale nelle idee tattiche di Ferrara. Il nazionale, con Marchisio e Sissoko e Zanetti dovrebbe garantire la diga e la protezione per la difesa e il punto di partenza per il gioco di Diego. Tre di questi giocherebbero sempre, magari con Camoranesi esterno. Vista la debolezza di Zanetti, con i suoi muscoli di seta, averne quattro è importante. Se questo è il desiderio di Ferrara allora l'unico sacrificabile è proprio l'esterno sinistro. Sarebbe un peccato, ma bisogna pure non lasciare il diritto di riscatto nelle mani dei friulani. Anche perchè a me Molinaro non convince, e credo nemmeno la società. Purtroppo è infortunato e secondo me a gennaio un pensierino la Juve lo farà: fare cassa e liberare spazio per il ritorno di De Ceglie il prossimo anno. Sembra questa la strada che porta a Gaetano D'Agostino, ormai proiettato con la mente a Torino. Troppo forte il richiamo della società bianconera, troppo forte il desiderio di poter lottare per grandi obiettivi.

Fra questi c'è la Champions? Perchè no, ma la strada è lunga e piena di ostacoli. Causa Calciopoli la Juve parte in terza fascia. Solo l'eliminazione di una big spalancherebbe la via della seconda fascia che porterebbe ad evitare potenti formazioni (in particolare inglesi e spagnole). Però io sono affascinato dalla terza fascia: un girone di ferro il prossimo anno? Perchè no, è l'ideale per capire il lavoro di Ferrara e la reale forza di questo gruppo.

Gruppo ancora da definire. In uscita ballano i soliti Tiago, Poulsen e Trezeguet. C'è Almiron da piazzare da qualche parte e pure Mellberg è in partenza. Lo svedese sembra essere la pedina di scambio per arrivare a Tasci, il difensore col passaporto tedesco di 21 anni di cui si dice un gran bene. Intanto Cobolli conferma la sinergia tra grandi campioni e grandi giovani. Resteranno Giovinco e Marchisio, intoccabili, e resterà pure Ariaudo che può crescere con tranquillità all'ombra di Cannavaro e Legrottaglie.

Insomma, a me pare tutto perfetto per il lancio di Ferrara. Senza Juve non si può vivere. Sembra questa l'idea di Marcello Lippi. Ferrara verrà infatti sostituito in Nazionale da Soldatino Di Livio, già osservatore per conto del Marcello Nazionale. Senza Juve, come disse l'Avvocato, non si va da nessuna parte.

P.S.
Finalmente qualcuno prende in seria considerazione il problema dei bilanci e l'inter rischia grosso. O tutti viaggiano e lavorano alle stesse condizioni, oppure... Ah no, scusate, siamo in italia. Comanda Moratti!

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