martedì 30 settembre 2008

Bate - Juventus / Prepartita e riflessione

Le parole di Nicola Legrottaglie, sempre più uomo di fiducia dello spogliatoio, sono precise, intelligenti e quanto mai vere: "In questa situazione strana, il gioco della Juve è come un coperta corta: o giochiamo per non prendere gol e rischiamo di non segnarne nemmeno uno, oppure giochiamo all'attacco rischiando in difesa." L'idea è chiara: la Juve non sta bene. Non sta bene nei suoi uomini chiave: Buffon fuori, Trezeguet ne avrà fino a gennaio, Del Piero in calo vistoso di condizione, Camoranesi fuori forma, Zanetti eterno infortunato. Il nuovo acquisto Poulsen fatica a trovare la giusta forma e soffre di dolorini misteriosi: Ranieri assicura che sarà al top dopo la sosta. Sissoko soffre il Ramadan e va rispettato.


Detta così la situazione non è tra le più felici, però la grande forza della Juve è stata sempre quella di far fronte alle difficoltà con carattere e affidandosi alle cosidette seconde linee. E forse stasera, finalmente, Ranieri lo ha capito e, anche se non dall'inizio, schiererà ad un certo punto la formazione che meglio è in grado di sopportare la situazione attuale della rosa bianconera.

E' questa la grande critica a Ranieri, critica feroce ma quanto mai giusta: perchè insistere su giocatori fuori forma? Perchè non rischiare?

E già questa sera andrà in campo Iaquinta, finalmente dal primo minuto. Avrà tutto il tempo per provare a trascinare la Juve alla vittoria. Le sue accelerazioni e il suo cuore sono fondamentali per la Juve, visto che Amauri non è immortale e anche lui ha bisogno di rifiatare un pò. Al suo fianco il popolo preferirebbe Giovinco, ma Ranieri insisterà con Del Piero, sperando non sia così nervoso come in campionato. Alex deve capire che se non è al 100%, a questa Juve, in questo momento, serve a poco. Inoltre, cosa poco gradita, deve togliersi di torno quest'aria di sfida col mondo intero e giocare per la squadra. I dribbling in più e le giocate a volte sono superflue e fini a se stesse, non certo utili alla squadra. Prima lo capisce, meglio è.

In ogni caso Giovinco entrerà nella ripresa, e speriamo non a 2 minuti dalla fine. A centrocampo giocano i superstiti. Da sinistra a destra: Nedved, Sissoko, Marchisio, Camoranesi. Marchionni si è giocato la fiducia con la brutta prestazione di Catania: mai un'accelerazione, eslusa quella che ha portato al gol, mai nel vivo del gioco. Ekdal aspetterà ancora in panca, o forse in tribuna. Ed è un vero peccato: nel precampionato è stata la sorpresa più bella. Personalità, geometrie, qualità. Quella che servirebbe in campo questa sera. Perchè non rischiarlo al posto di Sissoko? E' inutile poi vederlo giocare in Coppa Italia: va visto in campionato, va visto nelle partite vere. La difesa è l'unica nota positiva di questa Juve. In sei partite solo due errori, gravi ma solo due: Mellberg su Gilardino alla prima di campionato costato il gol del pareggio, lo scivolone di Chiellini contro il Catania costato anche lì il pari. Quattro punti buttati via (9 + 4 = 13, cioè in testa alla classifica, ma questo è fantacalcio anche se rende bene l'idea di un campionato stranissimo da decifrare e capire). Quindi difesa scontata, da sinistra a destra: De Ceglie, Chiellini, Legrottaglie, Grygera. Molinaro si è giocato definitivamente il posto per questo inizio di stagione: errori su errori, molto gravi e ingenui, cattiva forma, indovina un cross su dieci, sbaglia appoggi. Che gli succede? E' la tensione di non avere il posto assicurato? Se la risposta a questa domanda è sì, allora la dirigenza Juve farebbe bene a cercare un sostituto di De Ceglie. Perchè il giovanotto dalla sinistra non si schioda, perchè è il futuro di quella fascia, perchè ha ancora ampi margini di miglioramento (fisici e tecnici, ma soprattutto tattici). Perchè uno che soffre la concorrenza, alla Juve non può stare. Molinaro è stato avvisato dai tifosi, e credo pure dal tecnico: i fischi dell'Olimpico sono rari e sono un segnale importante. Le prestazioni di Molinaro e due sue sostituzioni sono state accompagnate da fischi: un motivo ci sarà o no!

Una bella novità è rappresentata da Manninger: forse è uno dei più forti secondi portieri dopo Rampulla nella storia della Juve. Sicuro, grintoso (si è permesso, a ragione, di sgridare con forza Chiellini e Molinaro a Marassi dimostrando personalità). Senza Buffon la Juve è comunque più tranquilla rispetto al passato. 

Detto di Iaquinta e Del Piero, detto che in panca Amauri è più che una garanzia, passiamo a chi in panca siede e da lì può alzarsi per entrare in campo. Il principale indiziato è Giovinco: al posto di Alex o di uno dei due esterni di centrocampo. Il secondo principale indiziato è Molinaro (ahimè!) per dar fiato a De Ceglie. Il terzo principale indiziato è Salihamidzic al posto di Grygera: il ceco è l'uomo che ha giocato più minuti in difesa e va fatto riposare. Pesa tantissimo l'assenza di Zebina. Attenzione pure alla sopresa: se Sissoko non dovesse finire la partita Ranieri potrebbe optare per un tridente oppure ripescare Tiago. Quanto servono alla Juve le sue geometrie, ma Tiago sembra proprio non averne. Entra, tante smorfie di grinta e rabbia in faccia ma le gambe sembrano non accompagnare tali atteggiamenti. E' ormai trascorso un anno dal suo arrivo alla Juve. Se si sblocca la Juve... una frase troppe volte pronunciata. Non ci crede più nessuno, forse nemmeno lui. Quarto indiziato: Marchionni. Se Camoranesi è stanco toccherebbe a lui scardinare le difese avversarie con la sua velocità e la sua capacità di saltare l'uomo. Ma Marchionni non è riuscito ad esplodere con la maglia bianconera. E' un altro su cui la Juve dovrebbe riflettere: o si sblocca o è meglio cercare alternative sul mercato.

In definitiva, proprio nell'anno in cui i tifosi chiedono tanto a questa squadra, nella rosa bianconera scopriamo tanti dubbi e tanti buchi. E scopriamo pure un tecnico cocciuto, testardo. Ora: per esperienza personale, so che la testardaggine, quando rivolta nel verso positivo delle ascisse (modo molto strano per dire: quando la testardaggine significa pure ambizione e voglia di tagliare il traguardo), è un'ottima spinta verso il successo (che non significa vincere la Champions o lo scudetto, ma fare bene in entrambe le competizioni). Speriamo sia vero anche stavolta.

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lunedì 29 settembre 2008

Lettera aperta contro i procuratori sul caso Giovinco

Credo fermamente che i procuratori andrebbero aboliti o quasi, senza dubbio ridimensionati nei ruoli e nei poteri. Possibile mai che un uomo grande e vaccinato che fa il calciatore non possa discutere tranquillamente con i presidenti, gli amministratori e le società senza l'intermediazione di questa gentaglia. Il grande male del calcio è da ricercarsi nello sporco lavoro che fanno i procuratori ai quali interessa soltanto che i propri assistiti cambino il più velocemente e frequentemente squadre e contratti, così da guadagnarci maggiormente. Fossi calciatore mi affiderei al mio buon cuore e imporrei la mia personalità: sono sicuro che i miei interessi e quelli dei procuratori non combacerebbero. Il caso Giovinco mi sconcerta: il buon Sebastian vuole rimanere alla Juve e credo pure che un ragazzino di 21 anni che sta assaggiando in questo anno il grande calcio non badi tanto alle cifre sul contratto, quanto al fatto di essere utilizzato e allenato come si deve. E mi pare che la Juve abbia fatto tanto per i propri giovani. Ora, se la scuderia Pasqualin la finisse di creare ostacoli tra Giovinco e la Juve sarebbe un bene per tutti, sopratutto per il grande talento bianconero. Credo pure che la soluzione migliore per Giovinco sia la seguente: affidi la sua procura al padre, è la persona migliore per seguirlo e consigliarlo dal punto di vista umano. Dal punto di vista professionale Giovinco ha già dimostrato di saperci fare. Infine: cifre alte distolgono l'attenzione da quello che è uno sport fantastico e basato sul sacrificio. Guadagnare tutti quei soldi per correre appresso ad un pallone potrebbero farti passare la voglia di fare i sacrifici. Questo è l'altro grandissimo male del calcio, e il motivo per cui tanti appassionati hanno abbandonato passione e telecomandi. Un peccato davvero.

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domenica 28 settembre 2008

Mourinho contro il calcio italiano

Prima spara a zero su Ranieri: francamente, non capisco perchè esternare così clamorosamente un rapporto mai sbocciato. Alla luce del fatto che Ranieri tende costantemente a sottilizzare e a buttare tutto sull'ironia, come è giusto che sia. Poi prende di mira Beretta, reo di aver espresso il desiderio di conoscere il commento del portoghese su una partita, Lecce-Inter, che aveva visto la squadra del sud protagonista.


Più che Special One questo qui da proprio l'impressione di essere un Cogli-One. Doti tecniche eccellenti, dimostrate col Porto e un pò meno col Chelsea (negli anni bui di Arsenal e Manchester vincere i due campionati con quella rosa là era il minimo, la Champions ha invece dimostrato altre cosette e proprio per la Champions Mourinho ha abbandonato la barca). Doti umane da rivedere. Ora, va bene essersi creato un personaggio da fumetto: l'uomo grigio che piace a chi tifa a favore e che sta antipatico a chi tifa contro, l'uomo rude con la faccia tosta (traduzione: faccia-da-ca**o). In perfetto stile Intertriste.

Scagliarsi contro la gente è fin troppo facile e qui in Italia ha trovato il terreno ideale. Il nostro è un paese dove chiunque può sparare a zero su chiunque altro, senza pagare nulla, rischiando praticamente zero. In più, se fai parte della scuderia Moratti-Tronchetti Provera-Guido Rossi, allora la tua protezione è assoluta: fai quello che vuoi e non verrai mai punito.

Detto questo, il desiderio di un calcio italiano in profonda crisi, l'unica cosa su cui Mourinho ha ragione, è vedere sana sportività (tipo le battutine di Ranieri e i discorsi pacati e intelligenti di Prandelli e Ancelotti, oltre che i desideri casti di Beretta) e sentir parlare i protagonisti con lucidità, all'insegna della lealtà verbale prima che sportiva. Vanno bene i proclami di Ancelotti e Galliani, vanno bene i discorsi di minimo-moratti e Cobolli Gigli, lo sfogo di Prandelli, l'inno di Delio Rossi e Reja. Ma le conferenze stampa di Mourinho proprio no. Che faccia parlare Baresi, fin qui l'unico a poter sopportare le domande dei giornalisti.

Prima c'era Moggi che con la sua carica ironica e quella vena velenosa aveva fatto innamorare i giornalisti e gli juventini e attirato contro tutti gli altri. Questo portoghese attira solo cattiverie gratuite e rischia di far degenerare incontri, interviste ("Se volete vi faccio un disegnino" lo dicono i bambini per scherzo, non gli adulti in conferenza stampa) e partite. Anche e soprattutto per il bene degli intertristi, perchè non-volesse-il-cielo l'intertriste non dovesse vincere l'ottavo scudetto consecutivo...

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sabato 27 settembre 2008

Sampdoria-Juventus 0-0

Si può dire tutto su questa partita e stilare tutte le pagelle che volete. La sostanza è una e una soltanto: Claudio Ranieri è impazzito. Intontito, rincretinito. Il potenziale della Juve dalla metà campo in su è strepitoso. A patto che il mister schieri chi merita di essere schierato. "Camoranesi è pronto" dichiara alla vigilia Claudio Ranieri, dimenticando però di aggiungere che Camo era pronto per il calcio balilla: lento, svogliato, poco reattivo, poco fiato. Andava fatto riposare per martedì. Alex Del Piero in campo non serviva: lento e svogliato, troppo nervoso e non si capisce il perchè. Se fisicamente non sta bene va tenuto in panchina. Come faceva un certo Fabio Capello quando vinse due scudetti consecutivi, o come ha fatto Marcello Lippi ai mondiali 2006. In panca per la trasferta di Genova c'erano De Ceglie, Iaquinta e Giovinco. Almeno due di questi doveva metterli sin da subito. L'unico imprescindibile è Amauri , ma non si può pensare che il Carroarmato brasiliano risolva le partite da solo.


C'è dunque un problema-Ranieri in squadra. Tenere lontano dal campo l'unico uomo che può darci il cambio di passo e le invenzioni è più che un delitto: Giovinco va messo in campo e basta, come ha fatto il Barcelona con Messi. E non si capisce perchè Nedved deve giocare per forza tutte le partite quando il contributo che darebbe una partita sì e una no potrebbe essere fondamentale. Cioè: se è questo il Nedved che dobbiamo vedere, allora meglio schierare appunto Giovinco o fare un centrocampo più tosto con Marchisio sul centro-sinistra. Passiamo al centrocampo. Ma se Sissoko è stanco e Poulsen soffre fisicamente, perchè non provare qualcosa di diverso? Tipo Marchisio (sinistra) + Salihamidzic (destra) + Ekdal (centro) bassi e Camoranesi a spaziare in mezzo (così corre meno e sta più vicino agli attaccanti). Nel precampionato abbiamo stupito tutti puntando sulla velocità, freschezza e ali forti e tecniche. E soprattutto abbiamo puntato su Rossi e Ekdal: perchè non buttarli nella mischia visto che gli altri hanno bisogno di riposo? Mancano le palle per farlo: si ha Giovinco che l'Arsenal schiererebbe sempre e noi gli facciamo giocare una partita su cinque, facciamo rientrare Marchisio per creare la diga in mezzo e lo teniamo in panca, Molinaro non regge e De Ceglie resta seduto.

Ultima critica: i cambi sono tardivi. Al minuto 80 un giocatore non può cambiare più nulla, anche psicologicamente si ritrova piuttosto scarico. E subentra il nervosismo.

Ora: visto che martedì c'è la Champions, se Ranieri insiste su un Del Piero scarico e un Molinaro in netta difficoltà psicologica e tiene fermo Giovinco... mettiamoci buoni buoni sul divano perchè quest'anno prenderemo tante di quelle batoste che la storia vecchia e recente sarà solo un lontano, lontanissimo ricordo. E già vedo un Marcello che nel Settembre 2010 firma per la terza volta un contratto con la Juve. Altrimenti, se dobbiamo crescere così, tanto vale far rientrare Antonio Conte: la Juve in mano agli juventini. Eccheccazzo!!!

La sostanza ultima è anche la più logica: questa Juve non può vincere nulla più dei trofei estivi. Ma non è l'ambizione che manca, è la pochezza di idee di un tecnico che clamorosamente delude. E delude moltissimo. Ripeto: con questi giocatori la Juve può variare assetti tattici e modo di giocare. Se però dobbiamo continuare con la riconoscenza e con le gerarchie di nomi si va molto poco lontano. E l'esempio lampante lo ha dato per un decennio l'intertriste di minimo-moratti. Ora, se Cobolli Gigli ci fa il piacere di strigliare tecnico e squadra...

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