sabato 27 giugno 2009

La beffa più dolorosa

Strepitosa l'Italia degli azzurrini. Vivace, veloce, con tante idee e un gioco ordinato e bello da vedere. Buone individualità, ottimo il centrocampo, benissimo la difesa. Però siamo fuori. Andiamo fuori con una modesta Germania che non ha mai messo il naso fuori dal proprio centrocampo. E meno male che eravamo noi i catenacciari. Peccato, Casiraghi meritava di più, questo gruppo meritava di più. Ma il calcio è così, è bello proprio per questo. Nulla è scontato, poco è logico.


L'Under 21 esce a testa altissima. Primo tempo che mi ha ricordato la partita Juve-Catania, andata di questo campionato. Quando la palla non deve entrare, non c'è verso. Salvataggi sulla linea, parate super di Neuer, tanti tiri e calci piazzati sfruttati quasi al meglio. Germania completamente sbandata: non hanno mai marcato sui calci piazzati, hanno perso costantemente Giovinco, non hanno mai tenuto il pallino del gioco. Incredibile, ma vero, a pagare per tutti è Consigli. Sua l'incertezza sul tiro "non-so-cosa-fare-quindi-calcio" del terzino che non segnava in carriera da tempo immemore. Che sport è? Calcio, semplicemente calcio.

La mazzata di Beck è stata tremenda e i piccoli Azzurri hanno reagito male, si sono fatti prendere dal nervosismo. Per esempio Balotelli, in ombra nel primo tempo tranne pochi giochetti, si è troppo intestardito nell'uno-contro-uno e molte volte poteva cercare il dialogo. Giovinco è stato ignorato nella ripresa eppure quando ha preso palla ha sempre dato segni di pericolosità. Il secondo tempo è stato bruttino, ma il cuore non è mancato.

Nel primo invece Casiraghi si è meritato la riconferma. Giovinco super, forse anche troppo visto il gravoso lavoro in fase di copertura. Conveniva lasciarlo libero in avanti, senza compiti difensivi. Ha sfiorato il gol. Così come tutta la difesa sui calci piazzati. Tre salvataggi incredibili sulla linea, tanti errori e un rigore all'89° negato agli Azzurri. Uscire così fa male, ma questa Italia ha dato ampia lezione di professionalità e classe. Ha giocato col cuore, ha giocato con la mente libera da contratti fantascientifici e parole e proclami, ha giocato col gusto del divertimento. Cosa ben diversa da quanto combinato dai più grandi. Che sia una lezione dura per tutta l'Italia. Questi ragazzi meritano spazio, ampio spazio. Al posto per esempio dei 2000 stranieri che ogni anno vengono in Serie A e rubano il loro posto. Davvero difficile accettare questo pensiero?

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