venerdì 5 giugno 2009

Errori del passato, povero Didier

Quando se ne andò sbattendo la porta, il primo io, inebriato dall'entusiasmo del pronto rientro in A, ho lasciato passare la cosa sotto banco. Senza dare troppa importanza all'intelligenza e alla maniera per cui Didier aveva mollato. Lì sì, lo stile Juve venne meno. Perchè Didier aveva letteralmente sganciato una bomba. Che sarebbe esplosa due anni dopo, a due partite dal termine di un campionato nato male, proseguito male, conclusosi malissimo, a parte la bella storia di Ferrara e la posizione finale.


Didier Deschamps ha fatto meglio o peggio di Ranieri? Il discorso potrebbe sembrare assurdo e inutile. Infatti non darò una risposta. Sarebbe appunto ridicolo. Di certo Didier, rispetto a Ranieri, aveva capito determinate cose. Per esempio l'inesperienza di Alessio Secco. A quel tempo (pare una parabola biblica) c'era un certo Roberto Bettega a tirare i fili da dietro le quinte, a sistemare rapporti e contratti e progetti con i big, da Buffon a Trezeguet, da Camoranesi a Nedved. Però Alessio Secco ha imparato, chiudendo gli affari nei successivi due anni. E Diego e l'ultimo colpo, forse l'ultimo è D'Agostino, chissà. Un'altra figura che Didier vide in difficoltà fu quella di Blanc, suo connazionale. Forse il suo primo sponsor per l'approdo sulla panca della Juve. Non esplicitamente, Deschamps fece capire come la dirigenza bianconera avesse le idee confuse in merito alla gestione di un team così importante come quello juventino, in uno dei momenti più delicati della storia. Aveva chiaramente espresso l'impossibilità di risalire verticalmente le posizione del calcio italiano, che serviva tempo e voleva nelle sue mani maggiori poteri, riguardo la rosa, riguardo il mercato. In risposta ricevette non certo rassicurazioni, perciò per il bene proprio e della Juve fece la valigia e si dimise. Dimissioni accettate. Col senno di poi, l'accettazione delle dimissioni di Didier vanno inquadrate in quella confusione che Didier, da grande regista quale fu in mezzo al campo, intravide e percepì. E da lì la Juve tutta andò in confusione. Nonostante i risultati abbastanza soddisfacenti. 

Non esiste la controprova, però adesso sarei curioso di "dove sarebbe la Juve di Deschamps dopo tre anni di lavoro"? Bella domanda. Parziale risposta potrebbe essere: un anno di B senza difesa, con Marchisio diciannovenne in cabina di regia, con Paro (23 anni, al primo anno in bianconero) e Palladino (che con Didier visse un anno da protagonista, con 9 gol in campionato e tante presenze da vice-Trezeguet). Facile con quei campioni, sì. Ma quello che più stupì fu l'atteggiamento e la padronanza con cui quella Juve vinse il campionato. Tranquillità assoluta, mai un problema nello spogliatoio, tutti in riga, tutti a dare il massimo. Tutti, compresi i big. Come dice in un'intervista rilasciata ieri, è importante farsi rispettare, pretendere il massimo per sè, ma soprattutto per la maglia. Lanciò pure Giovinco, in posizione di trequartista. E innumerevoli altri giovani, poi approdati tutti in B e in Serie A. Da Venitucci a Rossi, da Bianco al difensore di cui non ricordo il nome.

Insomma scelte coraggiose e azzeccate. Un cammino da record, pur in Serie B, pur con la Juve. Non era facile e lo dissero tutti i big. Non è stato per nulla semplice.

Un vero peccato. Perchè adesso le scelte societarie sono da guardare come parziale accoglimento di tutte quelle critiche di Deschamps. Blanc ha dimostrato di fare un passo indietro, rimettendo la decisione ultima al Comitato Sportivo. Alessio Secco ha lavorato bene, ma prestando l'orecchio e lasciando l'ultima parola a Ranieri. La scelta di Ferrara è coraggiosa, ma consapevole. E' necessario riprogrammare e sfoltire. Sfoltire la rosa degli errori commessi da Ranieri. Provare a recuperare il terreno perduto. E allora: la Juve in mano alla Juve. Eppure, proprio con Deschamps la strada sembrava tracciata. E da Juventino, Didier mollò la barca non condividendo il programma. Ora Ciro ha firmato, dopo un'ora di colloquio. Probabilmente non sapremo mai toni e contenuti di quell'oretta, ma conoscendo il carisma e l'intelligenza di Ferrara, io da tifoso sono già soddisfatto. Ampiamente. Spero nelle vittorie, ma è importante verificare il cammino della Juve. Possiamo anche replicare il secondo posto, può anche vincere il Milan, sempre che in segreteria non ci sia un'altro scudetto prenotato da moratti e guido rossi. Possiamo non superare i quarti di Champions. L'importante è che tutta la stagione sia giocata con dignità e col massimo impegno. Con contenuti nuovi, tattici e tecnici. Con lo spirito da vera Juve.

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