mercoledì 8 luglio 2009

Felipe Melo nel motore Juve

Chi scrive sui giornali probabilmente ignora le dichiarazioni, probabilmente capisce ben poco di calcio, probabilmente è in malafede. Basta sfogliare i giornali di ieri, dopo l'intervista di John Elkann per leggere una serie di insulti intellettuali al proprietario della Juve. E in tv tutti scatenati contro la Juve rea di un immobilismo sul mercato inesistente. Poco prima della mezzanotte, su Internet si stampavano i dettagli dell'operazione che ha portato Felipe Melo alla Juve. Venticinque milioni di euro, 2,5 al giocatore per 5 anni, alla Fiorentina vanno i 5 milioni di Marchionni, inteso come cartellino. Corvino aveva stanato la Juve, la Juve aveva già deciso.


Nel 2002, dopo i due splendidi anni di Ancelotti con i bianconeri, Moggi incazzato nero fece piazza pulita delle peggio carte acquistate dalla Juve. Per primo saltò proprio Ancelotti e il pubblico intero esultò. Venne ceduto Van Der Saar e un paio di grandi acquisti fatti però in occasione dei mille infortuni a Del Piero e Inzaghi. Alla Juve serviva una campagna faraonica. Vennero ceduti Inzaghi al Milan per 80 miliardi e Zidane al Real per 150 miliardi. Con quei soldi Moggi prese Buffon e Thuram dal Parma, Nedved dalla Lazio. Due scudetti di fila, una Coppa Italia persa col Parma, una Champions persa ai rigori, due titolo di Supercoppa e un'altra finale di Coppa Italia persa.

Adesso la situazione si ripresenta. Troppa fiducia alle idee di Ranieri, così la dirigenza ha ripreso in mano le operazioni. Fuori i non meritevoli: Mellberg, Poulsen, forse Tiago. Dentro i giovanotti e i grandi giocatori. Detto che in porta la Juve è ben coperta, anche troppo visto quello che ha combinato Manninger come vice-Buffon, ai bianconeri serviva un uomo per reparto. Tranne in attacco, visto che i quattro moschettieri sono i più forti nel panorama internazionale. Difficile trovare di meglio, escludendo gli infortuni che hanno pesantemente penalizzato la Juve quest'anno.

Un uomo per reparto dicevamo. Bene. Niente mezze cartucce: diktat di Ferrara e la proprietà. Si spende e si spende bene. Arrivano il Capitano della Nazionale, Felipe Melo e il genio Diego. Alla Juve può già andar bene così. Guardando in Europa, una delle migliori campagne acquisti, notando che nessuna cessione eccellente è stata siglata. E non verrà siglata. Amauri resta dov'è perchè è logica che ciò avvenga, Iaquinta avrà molto più spazio, Trezeguet dovrebbe rimanere, Giovinco avrà le sue chances, Marchisio è un punto fermo, il ritorno di Sissoko prezioso, Chiellini non si tocca, così come De Ceglie.

La Juve forse si è mossa nel miglior modo possibile, spinta finalmente da John Elkann. Adesso sono curioso di capire cosa diranno quei malfattori che ancora insultano Secco e Blanc. Troppo facile salire sul carro dei vincitori adesso, difficile capire la reale situazione qualche settimana fa, quando gli insulti fioccavano. Chi ha avuto il piacere di fischiare prima, non applauda adesso. Non è nello stile Juve.

La Juve che nasce a me piace, e piaceva anche ieri mattina. Adesso Ferrara avrà stimoli pazzeschi. Si dice di lui che non ha esperienza. Ha giocato e si è allenato con Maradona, con Del Piero e Zidane, con Peruzzi e Buffon, tanto per fare qualche nome. E' stato allenato da Lippi, da Ancelotti, Ottavio Bianchi e Capello. Se non ha esperienza di calcio Ferrara, chiudiamo siti e blog e occupiamoci di ciclismo. Ferrara ha poi un'arma preziosa, valida e fondamentale in ogni gruppo di lavoro. Si chiama ironia, quella napoletana, quella che allenta tensioni e stanchezza, nervosismo e periodi no. La si legge in ogni intervista, la si vede sul suo faccione sorridente. Il suo essere simpatico per natura e divertente può essere ottima arma per gestire un gruppo particolare, fatto di giovani, di promesse e senatori sul viale del tramonto. Tanti nomi, tante soluzioni, solo 10 posti a disposizione. Tante partite, tanti obiettivi. Sarà capace Ferrara di rispondere a tutte le aspettative? Io credo di sì.

E veniamo alla questione di mercato. Qualcuno si chiedeva perchè mai la Juve doveva spendere tanti soldi per Melo quando poteva prendere a meno D'Agostino! Perchè probabilmente la dirigenza valuta Melo più forte del centrocampista dell'Udinese. Perchè finalmente Secco ha messo sul piatto le-palle e ha risposto a tono a Pozzo. La Juve non si fa prendere per la gola da nessuno, men che meno da Gino Pozzo. Per D'Agostino la Juve aveva posto delle condizioni: prendere o lasciare. Pozzo voleva fare il furbo e la Juve ha lasciato. E ci ha pure guadagnato. Parliamoci chiaramente: Elkann ha dettato il piano. Bisognava prendere un top player e D'Agostino era chiaramente una scommessa in stile Tiago. In provincia da otto, ma alla Juve? Ed ecco la virata e soprattutto la trattativa lampo. Appena due giorni e la Juve ha chiuso il problema. Si penserà adesso a vendere, Poulsen non ha più spazio e dovrebbe stavolta accettare la prossima destinazione, probabilmente in Germania.

Questione tattica. Cosa cambia con Melo? Niente, anzi, la Juve ha la reale possibilità di utilizzare un altro modulo ancora. Cioè: oltre il 4-3-3 e il 4-3-1-2, con Melo e Sissoko si può ipotizzare anche il 4-2-3-1, come sottolineato precedentemente in questo blog. Il Brasile gioca in questo modo. Una diga. Il maliano e il brasiliano garantiscono copertura, palloni rubati, ottima barriera sui palloni alti (essendo due giganti, ogni rilancio avversario può essere intercettato) e Melo più di Sissoko garantisce qualità. Forse meno regista nel senso puro del termine, ma più duttile. Bene nel rombo come vertice basso, ottimo in un 4-3-3 tutto muscolare, con Marchisio e Sissoko ai suoi lati. Ferrara ha l'imbarazzo della scelta, soprattutto ha un doppione per ogni ruolo. Situazione perfetta per gestire una stagione che deve essere per forza di cose esaltante. Unico neo, che ancora non capisco: Felipe Melo raggiungerà i bianconeri tra tre settimane, per recuperare dalle fatiche della Coppa delle Confederazioni. Nella sua condizione, visto che domani inizia il ritiro, volerei già adesso a Torino.

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