sabato 13 febbraio 2010

Allenatori che verranno, giocatori che se ne andarono

Raffreddatasi la pista Benitez ora i giornali tentato di infastidire Firenze. Prima ancora c'era la bugia Giampaolo, quindi la falsa pista Allegri. Manca solo Mazzone e poi la lista dei tecnici che aspirano alla panchina bianconera è completa. A conferma di come la Juve non esiste più, almeno la Juve con la J maiuscola. Quella che per intenderci poteva decidere da sé. Dipendiamo dagli altri: da gente che si offre a gente che si propone, da giornalisti che accostano a imbecilli che possono valutare mille situazioni (me ne viene in mente uno polacco) senza avere né arte né parte. Moggi introdusse l'arte della comunicazione e del depistaggio: nessuno sapeva nulla fino al momento in cui il contratto veniva depositato in Lega. Ora invece non si capisce nulla: il che è grave e molto pericoloso.

Di Hiddink non si discute più. Ora c'è la moda dei tecnici italiani. Magari giovani. E dalla Juve nemmeno un cenno del tipo "abbiamo Zac e ce lo teniamo stretto. Lasciamolo lavorare in pace perchè la conferma dipende solo dal suo lavoro!". Questa frase innescherebbe immediatamente un senso di compattamento dell'ambiente costretto a lavorare a mille. Perchè la conferma di Zac è legata indissolubilmente alla conferma dei giocatori. Anzi, prima i giocatori, poi il tecnico. Ora più che mai, a parte otto, forse nove, nomi, nessuno è sicuro di rimanere alla Juve. Dalla società un silenzio assordante.

Troppe voci, troppo rumore, troppe frasi gettate al vento. E ripeto una domanda cui nessuno ancora ha risposto: da quanto non sentite dichiarazioni di Blanc che è Presidente, Direttore Generale, Amministratore Delegato, Segretaria e Capo Pulizie della Juve? Da quanto non vedete Secco? Le telecamere sono puntate solo su Bettega il quale non può certo fare miracoli. Anche perchè sono convinto che è stato richiamato dalla Piazza e non dalla proprietà. Non credo, ovvero, ai suoi pieni poteri. Sono solo di facciata altrimenti, prima ancora che Molinaro e Tiago, sarebbe caduto Blanc. Poi Secco il cui mestiere è inutile.

Con questi presupposti ci si approccia al Genoa, e i brividi corrono lungo la schiena. L'unico aspetto positivo per la Juve è che non c'è quel rompiscatole di Crespo (a proposito: pensate lui al posto di Paolucci e Amauri! A qualcuno rode un pò? A me sì!). Ma c'è Suazo e le sue corse, c'è Sculli e il suo dinamismo, c'è Mesto e la sua velocità. Poi ci sono due pedine che se le guardo mi viene da piangere. A dirotto proprio, di quel pianto che non riesci a fermare. Si chiamano Raffaele Palladino (per il quale stravedevo già al Viareggio di parecchi anni fa, in coppia proprio con Paolucci e un altro attaccante allora fortissimo, tal Ray Volpato) e Domenico Criscito (che sia maledetto quel coso che ora allena la Roma). Li guardo e guardo i loro corrispettivi in maglia bianconera (Amauri e Grosso, rispettivamente) e mi viene da piangere. Moggi non avrebbe mai permesso tutto questo. Passo e chiudo!

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