domenica 6 dicembre 2009

Un giocattolo rotto e malconcio di nome Juve-inter

Non capitava da anni. Anni in cui le mie partite terminavano ben dopo l'ultima intervista concessa dai protagonisti. Invece è accaduto: nel momento esatto in cui venivano inquadrati Stankovic e Zanetti che tenevano a fatica Buffon, una delle persone più belle che questo calcio riesce ancora ad esprimere, ho spento, mi sono vestito e sono uscito a passeggiare. Ho scoperto solo stamattina che abbiamo guadagnato tre punti, ma poco importa. Ieri è stata sconfitta l'inter, e di conseguenza è stata data ulteriore prova di come il calcio italiano sia scivolato a livelli francamente tristi. Indro Montanelli ebbe dire una volta che "il giornalismo ha un suo potere, importante: quello di educare, prima ancora che informare, la folla di lettori". Purtroppo il nostro giornalismo è in mano a persone che scrivono sulla Gazzetta, o quasi peggio su Tuttosport. Gente che la penna in mano la tengono, ma il cervello è depositato sulla scrivania, in quanto le idee e i concetti derivano direttamente dal padre padrone, di volta in volta schierato e quindi obbligato a seguire certe direttrici di pensiero. Erano 109 i paesi collegati e credo che tale scempio non si ripeterà più, perchè da Spagna e Francia, Inghilterra e Stati Uniti i cori di beffa per un calcio malato, il nostro, sono molto forti. E tutti tremendamente giusti.


Speravo di divertirmi, magari assistendo ovviamente alla vittoria della mia squadra del cuore, invece è stato un tale spettacolo così ridicolo e assurdo che viene voglia di seguire un pò di Kite Surf o di Pelota. Perchè a leggere i giornali di oggi la realtà appare deformata tanto quanto poteva apparire a Neo nella trilogia di Matrix. Contrariamente al film però, noi poveri mortali possiamo fare ben poco. Se non, appunto, cambiare o, meglio, spegnere canale. Perchè raccontare Juve-inter è complicato.

Nella giornata in cui ad Ascoli si registra un episodio di altissimo valore morale, si assiste ad una arroganza che fa paura. E' l'arroganza di chi non vuole perdere, per motivi ancora oscuri visto che i mali maggiori li hanno in casa, con nomi, cognomi, operazioni di mercato e non, trattative occulte, intercettazioni e via dicendo. L'arroganza di chi si è piazzato due o tre gradini sopra tutti gli altri e crede di poter comandare e decidere la vita professionale (si intende) degli altri. Di chi sbotta e scade nella guerriglia non appena qualcosa va storto.

Prendersela con Saccani, da una parte e dall'altra, è fin troppo semplice. Anzi, è stato messo lì apposta. All'estero ancora si chiedono come può la Federazione mandare un arbitro non internazionale e nemmeno un giovanotto (sai, tenti la scommessa, magari ci azzecchi con un giovane di personalità e classe) a dirigere la partita più velenosa della storia del calcio. Resa ancora più ridicola dai cori assurdi su cui tutti parlano e nessuno interviene, per esempio arrestando a torto o ragione tutti e cinquemila quelli che cantavano: intanto li metti dentro, poi quando la macchina della giustizia riprenderà, se chi di dovere deciderà così, inizi una qualche forma di processo per oltraggio alla moralità e alla civiltà. E la pronta risposta del diretto interessato è una serie di figure meschine e volontariamente da disadattato che vanno dal pestone a Caceres a due/tre simulazioni da far paura, roba che se hai un figlio piccolo che vuole giocare a calcio ti tocca di prenderlo a forza e trascinarlo nella stanza dei giochi, lontano da quell'elettrodomestico che trasmette scene così idiote. E smettiamola con le difficoltà personali perchè questo qui ha tutto e ha avuto tutto nella vita, e gente molto più sfortunata che invece fa di tutto per essere impeccabile negli atteggiamenti e nelle espressioni. Perchè se vedi poi uno come Buffon che si deve fare trenta metri di corsa per andare a spostare di peso un pazzo scatenato come Thiago Motta, allora capisci che realmente quello lì non è calcio, e certo i 22 in campo poco c'azzeccano con quell'atteggiamento. Quell'atteggiamento ce l'hanno perchè qualcuno in Italia, stampa e diretti interessati chiamati anche presidenti e dirigenti (di tutte le squadre, dalla Serie D alla Serie A), ha deciso così, perchè fa spettacolo, perchè fa fare soldi alle TV e quindi direttamente alle società di calcio, perchè la gente italiana è questo che vuole. Almeno e sempre secondo loro.

C'è gente che al primo tocco va a terra, c'è gente che protesta sette minuti dopo perchè prima del gol bianconero Samuel doveva allacciarsi lo scarpino e asciugarsi una caccola nell'occhio destro, cosa che ha causato il vantaggio bianconero. Viene espulso e poi sparisce, non lo vedi più. Non lo vedo io, curioso di sapere cosa ne pensa di un simile scempio, che non è targato solo nerazzurro, ma bianconero e tricolore tutto. Invece no, sparisce. Non lo intercettano nemmeno quelli dell'esercito statunitense, diventa imprendibile quasi quanto Osama Bin Laden il quale però è dotato, se non altro, di molta più intelligenza e coerenza. Un assoluto coglione, perchè definirlo bambino vuol dire fare un torto grave ai più puri degli uomini, che quando le cose non girano come lui ha programmato scappa via, piange da solo e butta nel cesso le responsabilità. Di fronte a 56 milioni di altrettanti coglioni che magari ieri sera, per 2 ore, si sono fermati davanti alla TV convinti di poter assistere ad un match di calcio.

Rigore sì, rigore no. La differenza è tutta nell'animo di chi a calcio vuole giocare per davvero, mi vengono così a memoria due persone chiamate Marchisio ed Eto'o, di chi ci tenta tipo Cambiasso (e per questo uscirà, mossa che ha favorito il centrocampo bianconero, ma anche di questo il Coglione che prende 11,5 milioni di euro l'anno non risponderà) e Diego. E dall'altra parte ci sono una manica di imbecilli che decidono di strappare la "o" dalla parola calcio per rimanere con in mano un pò di violenza gratuita. Non è stata una partita maschia, ma una volgarità oscena. E però c'è da attenzionare il fatto che tale livello così scadente è tutto pendente dalla parte nerazzurra e basta andare a riguardare gli episodi. Soltanto Melo l'ha fatta grossa (ma poi mica tanto), il resto sono calci e simulazioni di quelli che occultano un tricolore fasullo quasi quanto il livello di moralità nel nostro Parlamento. Forse poco di più.

Nel frattempo la stampa si scatena. La Gazzetta vuol far apparire Juve-inter una partita scandalosa per gli episodi, non dicendo tutta la verità ovviamente. Perchè c'erano un paio di rossi sponda nerazzurra (Muntari, Samuel, Chivu, Stankovic) e certamente il secondo giallo a Grosso (fallo tattico) e il giusto secondo giallo a Melo (che poteva però essere rosso diretto, ma la sostanza non cambia). Sui rigori è pari e patta e lo dice la moviola di Pistocchi, assurdo nel dopo partita (visto in differita) quasi quanto il suo mentore. Nel frattempo Tuttosport racconta di una super Juve, probabilmente scambiando il film porno che il giornalista ha visto al posto del match con la partita stessa.

Si salva soltanto una persona, credo. Nel panorama giovanile italiano è il miglior prodotto che l'Italia abbia regalato al nostro calcio. Allevato direttamente da quel criminale che fu Moggi, cresciuto all'ombra di Deschamps nella serie cadetta, oggi è forse uno dei massimi esponenti della juventinità. Non ne aveva più già a fine primo tempo, quando piegato guardava a terra implorando forse il cambio. La sua faccia dopo un gol straordinario è paonazza e rossa, quasi da infarto. Certo per la gioia, ma sicuramente per la fatica immensa, dovuta al rientro dopo due mesi di inattività, dovuta al senso di infinito rispetto per indossare una maglia così importante e particolare. La dedizione con cui para il culo a quel fantasma di nome Del Piero (maledetto lui, visto che in panchina, e ci resterà per tutti e novanta i minuti, c'era Giovinco), con cui rilancia le azioni, con cui ripiega sono pari alla classe immensa con cui accarezza il pallone col sinistro, poi col destro a far sedere Samuel per terminare poi con un pallonetto delizioso a sancire quello che per 112 anni è il destino del calcio: Juve batte inter. In una notte triste. Adesso basterà spiegare con molta delicatezza che noi questo scudetto non lo vogliamo. Ci arrendiamo. Se poi qualcuno ci deve restare così male da scappare via a fischio finale avvenuto, come solo i vigliacchi sanno fare, beh, questo proprio non lo vogliamo. Che si tengano ancora per dieci anni questo giocattolo rotto e malconcio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non mi capita di farlo spesso, nei blog amici.
Per questo me lo tengo per le volte nelle quali ha davvero un valore: chapeau per l'articolo.
Un caro saluto

marco99 ha detto...

Prima di tutto ti ringrazio per l’attenzione verso il mio ultimo post.
Il tuo articolo è condivisibile mi dispiace solo veder trasparire cosi tanto sconforto da parte tua per il calcio e per ciò che ci gravita intorno.
Certamente hai ragione, ma la cosa importante è che non siamo stati noi a far degenerare cosi il mondo “del pallone”.
Bisogna rivolgersi ad un bambino ricco e viziato di nome moratti che per venti anni ha vinto solo i trofei tim a luglio, bisogna rivolgersi a mediaset che ha tramutato i suoi programmi televisivi in armi improprie contro la Juve.
Juve inter non sarà più una partita normale, questo era l’inizio del mio post, avrei dovuto aggiungere che non sarà più nemmeno una partita di calcio per tutto quello che è successo nell’estate del 2006.
Con l’inter è cosi, ti ricordi valencia? Quando non vincono, quando non hanno guido rossi al guinzaglio la buttano in rissa e in caciara.
Per questo non siamo la JUVE e loro un’interina qualsiasi.
Un abbraccio
Marco

IoJuventino ha detto...

@marco99

lo sconforto è dettato dal fatto che non si può più sfottere e scherzare, i toni sono troppo tirati e fuori dallo sport! Se perdi il sorriso , perdi lo sport e il divertimento per questo!