giovedì 3 dicembre 2009

I nuovi e vecchi leader di questa Juve

Sentir parlare Diego è un piacere. Esprime compostezza e fermezza allo stesso tempo, intelligenza. Si capisce perchè lo chiamavano Maestro già all'età di 17 anni, quando faceva parte del gruppo del Santos, quando giocava già ai massimi livelli (nel suo paese, presto anche in Europa). Grinta e personalità da vendere, idee precise sulla realtà dei fatti. Dichiarazioni che fanno certamente piacere un pò a tutti: staff tecnico, compagni, allenatore, soprattutto tifosi. Dice per esempio "che ho firmato per 5 anni, ma voglio rimanere a Torino per 8 o 10 stagioni, fare più di Platini e Zidane". E' un pò l'augurio di tutti. Certo però, attorno a questo fuoriclasse va costruita una struttura ferrea, anzi d'acciaio. Di campioni certo, ma anche di buoni gregari, quelli che nel ciclismo sono fondamentali, i veri pilastri dei successi di quelli che poi passano alla storia. Attorno a lui e a gente come lui, equilibrata, di sostanza. L'idea che mi sono fatto è che la Juve abbia trovato il leader: in campo e fuori, a patto di continuare su questa strada, di tranquillità e serietà. Ampiamente criticato per quello che poteva fare e non per quello che ha fatto. In una Juve allo sbando già a partire dalla sua assenza alla terza giornata, l'unico sempre positivo è stato Diego. Ma da soli nel calcio odierno non si vince, non si può vincere.


Serve per esempio un attaccante forte, di quelli che non si scompone mai. Di quelli che la mette dentro, torna a centrocampo come se già non ne avesse infilati a centinaia. Di quelli che il gol non è un problema perchè tanto segnano sempre. Di quelli che corrono, di quelli che con professionalità lasciano le parole ai fatti, ai numeri, ai tabellini. Di quelli come David Trezeguet, ormai pronto al rientro, e quanto ci è mancato. Probabilmente, ancora una volta, alla Juve si stanno accorgendo che fare a meno di un uomo così è impossibile. E mi sto ricredendo pure io: non si può farsi scappare David, va tenuto alla Juve, va tenuto a tutti i costi. Amauri e Iaquinta insieme non valgono nemmeno il sinistro di David (che per la cronaca dovrebbe essere il suo piede più debole). Realtà dura e cruda. Lo sa bene Ferrara che ha giocato insieme a David per anni. Lo sa bene lo stesso Del Piero che insieme a David ha giocato 10 stagioni e segnato poco più di 300 gol (insieme). Sarà un caso, ma quando manca o Del Piero o Trezeguet la Juve là davanti si scioglie, non trova più i riferimenti. Troppo incostante il rendimento di Amauri, buono sì per il suo essere mobile e faticatore, ma porca miseria se fai l'attaccante prima la butti dentro e poi ti prendi il 7 in pagella per i movimenti. Storia che si ripete, storia ormai vecchia. A questo punto non è più fantascienza pensare che la Juve stia facendo un pensierino su un'eventuale offerta per l'italo-brasiliano, a patto di reperire sul mercato qualcosa di simile, magari più giovane. Complicato, ma non impossibile.

Al di là di scelte di mercato o no, la Juve deve lettarlmente fugare ogni dubbio nato in questi due mesi. L'altalena delle prestazioni deve essere smontata e riposta in loco sicuro. Decidiamo una volta per tutte: o puntiamo ad essere grandi sin da subito, altrimenti tanto vale sperimentare in vista del futuro. Con ruolo di prima piano per Diego e Marchisio nelle zone nevralgiche del gioco, con Chiellini ormai leader indiscusso, con Caceres che sta crescendo e lanciando definitivamente De Ceglie e Giovinco (fin qui il più positivo di tutti, considerando lo spazio che ha avuto e come lo ha sfruttato), puntando a far rientrare chi è stato mandato via ingiustamente (occhio alle prestazioni di Criscito ed Ekdal).

Per sabato mancherà Melo: faringite. Già, non bastano gli infortuni muscolari, ora nemmeno il Nasonex o il Vix sembrano utili a farci arrivare al match tonici e in piena forma. Roba ridicola, che faremmo forse bene a non raccontare. E come ci arriviamo? Con la piena fiducia del gruppo dirigenziale a Ferrara e soprattutto con lo spogliatoio unito col tecnico. Il problema al solito è mantenere tale atteggiamento per 10 mesi l'anno. Un pò come la Juve di Lippi, per intenderci.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao,

non per fare il "precisetti" ma, nella stagione in B,la penlizzazioninizale di 17 punti è poi stata ridotta a 9, quindi niente di epico perchè già la Lazio di Fascetti fu promossa in A con pari handicap.

Continuo a ribadire, anche in questa sede, che il ritorno in A poteva e doveva essere gestito meglio.

Sarebbe bastato dar retta a Deshamps che esigeva tre rinforzi di spessore assoluto, anziché una pletora di mezze calzette e, quel campionato, avremmo potuto giocarcelo con ben altre ambizioni, anche quella di essere la prima squadra della storia italiana a vincere il campionato provenendo dalla serie cadetta.

Quello sarebbe stato il vero segnale che avrebbe invalidato del tutto “farsopoli”.

Sappiamo bene però che la Proprietà, complice e coartefice del piano ammazza-Juve, aveva pattuito almeno 5 anni di non competitività …

Ebbene, scadono nel 2011, pertanto, prima di allora, non è lecito attendersi nulla.

Ezio MALETTO.

IoJuventino ha detto...

@Ezio

siamo sulla stessa linea d'onda, tempo fa scrissi infatti questo pezzo (http://iojuventino.blogspot.com/2009/06/errori-del-passato-povero-didier.html) che conferma la tua teoria.

Pure sul piano quinquennale anti-vittoria concordo e ho pure scritto ampiamente in passato. Il grosso errore è stato quello di aver confuso la risalita in A con la vendetta: sbagliato. Anche perchè non c'è nessuna vendetta, come dimostra appunto il volere della Proprietà. Ha ragione Mughini quando dice che la Juve ha terminato di esistere nel 2006, luglio 2006. Da allora un'altra società ne ha rubato il nome, ma lo spirito è completamente diverso. Ahinoi!

IoJuventino ha detto...

@Ezio

sulla penalizzazione e sui punti ovviamente conosco bene la vicenda. Ma mi piace ricordare che dopo la prima giornata il nostro punteggio recitava: Juventus -16! Quando sono triste ci ripenso e mi riprendo subito. Sul fatto che sia stato semplice invece ho più di un dubbio: ricordando le dirette TV, siamo sicuri che non hai mai penato? In fondo la cosa più complicata era gestire i 5 campioni del mondo, più una serie di giocatori rimasti solo per la maglia. Oggi sarebbe troppo facile vedere all'opera grandi squadre in B, come successe alla Juve.