lunedì 5 ottobre 2009

Palermo-Juventus 2-0 Disastro totale

Semplicemente disastrosa. Niente alibi, è vero, ma molti problemi. E non solo dal punto di vista tattico, nè da quello tecnico. Per esempio ritrovarsi in una grande gara, importante per la classifica, dopo un tour incredibile tra Italia e Europa, con soli tre uomini su sei a centrocampo, peraltro tre uomini molto stanchi è semplicemente inconcepibile. E non credo si tratti solo di sfortuna. Rispetto allo scorso anno c'è solo la sensazione di uno staff medico più competente e prudente, ma così proprio non può andare.


Ferrara ha le sue colpe, i giocatori però devono metterci la faccia e umilmente chiedere scusa. Ma soprattutto ricominciare a lavorare seriamente. E iniziamo con Ferrara.

Ha voluto la rosa ampia eppure sembra aver stabilito alcune griglie. Niente di male, ma qualche volta bisogna guardare in faccia la realtà. Poco da fare sulla formazione scesa in campo al Barbera, troppo lunga e importante l'elenco degli indisponibili. Nessuno può rifiatare, però ci si può sempre inventare qualcosa. Rischiando.

Ad esempio Camoranesi era alla sesta partita consecutiva, lui che ha gran corsa solo dalla metà campo in su. Stesso discorso per Melo, intoccabile vero, ma pur sempre umano. E poi Poulsen non può giocare defilato. La sua posizione e il suo compito è quello di rompere gambe e palloni e allora va messo in mezzo. Ieri andava bene un 4-2-3-1, con chiusura centrale di Melo e Poulsen, inamovibili lì in mezzo, a copertura dei due centrali di difesa. Ci saremmo difeso in cinque, puntando sulle diagonali ora di Grosso ora di Zebina. Proprio questi due sembrano e sono le prime scelte di Ciro sulle fasce. Però De Ceglie non può essere così trascurato. Ed in effetti, pur in una partita ormai compromessa, il dinamismo del giovane aostano ha portato un pò più di vivacità alla manovra. Se non altro Grosso poteva attaccare con più senso. De Ceglie inoltre ha messo più palloni lui in venti minuti, che non Molinaro in tutta la scorsa stagione.

Preoccupante il ritardo di condizione di Diego. E con lui la scarsa forma di Chiellini e Legrottaglie. Con un Palermo senza riferimenti là davanti avrei puntato tranquillamente su Caceres. Avrei puntato sul piccoletto perchè in velocità poteva benissimo chiudere le avanzate di quelle bestie da corsa che sono Bresciano, Cavani e Miccoli. Inoltre, togli Diego e però devi mettere Giovinco. A 2-0 ormai acquisito tenti di tutto per riprendere il match.

Assordante il silenzio di Amauri. Avrei una domanda: ma questo qui segna in allenamento. Soprattutto credo non abbia capito le consegne di Ciro Ferrara, che ce l'ha principalmente con lui, ma che non si azzarderebbe mai pubblicamente di attaccarlo. Gioca lontanissimo dalla porta e poche volte gioca con Iaquinta. Lo stesso Vincenzone dovrebbe farsi un bagno di umiltà e ricordarsi di essere un gran bel giocatore, ma campione no. Tira da venti e poi venticinque metri come colui che proprio non sa che fare. Svogliato e a tratti indisponente. Lì davanti pesa come un macigno l'assenza di Capitan Del Piero. E sono sempre più curioso di vedere, in piena forma e in pieno regime, il terzetto formato da Del Piero Trezeguet e Diego.

Queste le critiche al Vecchio Ciro, che fin qui sta dimostrando di lavorare, ma di non rischiare come tempo fa faceva su quella stessa panchina il suo maestro Lippi. Quando per esempio faceva alzare dalla panca Zalayeta e schierava il tridente e puntualmente veniva ripagato col gol finale. O comunque con assalti che alzavano di molto il morale del gruppo e permettevano di recuperare partite impossibili.

Non è però un progetto impossibile quello di Ferrara. A tratti e a sprazzi la Juve ha dimostrato di poter fare un certo tipo di calcio, ma servono tutti i giocatori al top della forma. Quanto meno non serve stanchezza mentale. E nel calcio odierno, schierare la stessa formazione per la sesta volta di fila, con al più qualche variazione nel duo d'attacco, è cosa alquanto illusoria. Diciamo disastrosa. Che è poi l'aggettivo dal quale siamo partiti a inizio articolo.

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