lunedì 19 ottobre 2009

Abete zitto e impara

Impara soprattutto a fare il manager. Impara a guardare il calcio. Questo grandissimo presidente che meriti non ha, solo demeriti, se la prende pure col calcio Grande. Se nella lista dei trenta non c'è nessun italiano un motivo ci sarà. O la pensiamo come a Berlusconi e gridiamo a chissà quale complotto contro l'italia e il nostro movimento calcistico. Oppure semplicemente facciamo autocritica e diciamo che i nostri giovani sono troppe volte sottovalutati e mai sfruttati appieno. Perchè altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui il Manchester viene a fare la spesa qui in Italia. O perchè Giuseppe Rossi se lo sono giocati all'estero e non in Italia, mentre per esempio noi stavamo a guardare Mellberg o Ricardo Oliveira o i settecento stranieri dell'inter.


Invece no. Siamo talmente stupidi da pensare al complotto. Eppure proprio Marcello Lippi - mai difeso da Abete - ha dimostrato tre anni fa che complotto non c'era e solo col lavoro e con le sue intuizioni si è riusciti a vincere un Mondiale quasi completamente meritato. Invece noi continuiamo a credere al complotto.

Basterebbe guardare le carte di identità dei giocatori che compongono squadre come Manchester (dove registriamo la presenza di un mostro sacro come Giggs), come il Barca (tutti i giovani nati e cresciuti in blaugrana e affermatisi in blaugrana), come lo stesso Bayern. Oppure basta guardare proprio alla Germania dove la Federazione ha dato vita ad un progetto interessante che ha subito portato vantaggi e vittorie. Perchè in Italia nessuno vi racconta delle vittorie delle nazionali "piccoline" tedesche in Europa e nel mondo. E si parla sempre a sproposito di quello che i grandi club europei combinano ai danni dei vivai italiani. Dimenticando però come quei vivai sono dimenticati per prima cosa proprio dai nostri club che non li sanno difendere. E' questo il nostro mondo, un mondo che si comporta con se stesso male e che cerca in una stampa discutibile un salvagente che però non può ottenere.

Quindi Viva Abete e povera Italia. Bla bla bla

P.S.
Molti dimenticano inoltre come il Pallone d'Oro non ha un valore assoluto, altrimenti Messi lo vincerebbe fino a quando non avrà smesso di giocare. Non è nemmeno un premio alla carriera come paventato da certi incompetenti (anche se qualche volta, 1996, lo è sembrato). E' semplicemente un riconoscimento all'anno appena trascorso, dove inevitabilmente pesano trofei vinti e competizioni giocate (anche se pare assurdo: in questo modo uno che partecipa all'Europe League è escluso dal poter vincere). Detto questo: mi indicate un italiano che nell'anno passato si è particolarmente contraddistinto? Domanda cui un paio di giornalisti hanno così risposto: Del Piero per la serie di punizioni, Gilardino per i gol in campionato, Cassano per le prestazioni in Serie A e soltanto in Serie A. Per il resto c'è Ibra, c'è Julio Cesar, non c'è ovviamente Buffon, non può esserci Totti, né Pirlo, né Boniperti che non gioca più a calcio.

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