lunedì 23 novembre 2009

Su Zenga, Moratti, Mancini e Totti

Comincio dall'ultimo: ha dato l'addio alla Nazionale. Per anni se ne è fregato delle qualificazioni portando a giustificazione il fatto che stava male, che aveva male al pancino, il raffroddore, il naso rosso e il dentino malato. Ha dato l'addio e cerchi di essere coerente: fuori, ora e anche dopo. Grazie, basta così. Merita molta più attenzione Nesta che ha abbandonato per dedicarsi al Milan ed è rimasto coerente pur dimostrando amore nei confronti della maglia azzurra.


Roberto Piagnisteo Mancini, l'uomo che è entrato nella storia per aver indossato uno scudetto nell'anno in cui arrivò terzo, dietro di parecchi punti, avendo perso all'andata e al ritorno lo scontro diretto contro chi quello scudetto lo aveva vinto sul serio. L'uomo che ha detto "vado via", poi "no resto", ancora "magari a fine anno, l'ho detto ai ragazzi". L'uomo che ha gestito alla grande il suo gruppo... di amici. L'uomo che decideva tutto, tranne poi essere sbugiardato dal primo Materazzi che per poco non scuce via uno scudetto che era già stato deciso a tavolino, calciando un rigore che spettava a Cruz. Per due anni siede comodamente sul divano di casa, ricevendo ogni anno circa 6,5 milioni di euro. 6,5 milioni di euro. 6,5 milioni di euro. Pazzesco. I giornali gli hanno affiancato diverse squadre, era il tecnico più amato e addirittura più inseguito. Anche a livello internazionale: Real, Liverpool, Manchester, Lione, Russia, Francia, Spagna. Salvo che nessuno ha mai pensato davvero a Mancini, perchè all'estero i giornali li leggo e li interpretano. Perchè all'estero l'inter diverte, soprattutto quella di Mancini.

Il signor Moratti - e scusate per il "signor" - ha già deciso: "Maicon è una buona persona e non va squalificato". Ma nessuno qui chiede l'arresto e nessuno chiede di rimandarlo in Brasile in manette. Semplicemente, e ci sono episodi in passato e ci sono le immagini, ha fatto una grandissima cavolata, a partita finita: ha cercato con lo sguardo l'assitente e gli ha ripetuto più volte un bel vaffa, col cuore. L'assistente lo dice poi e si vede: "per 2 volte". Risultato: espulsione diretta. C'è un precedente, quello di Taddei: stessa situazione, stessa procedura. Squalifica: 2 giornate. Ricorso respinto. Ora credere che Maicon, brasiliano che parla portoghese e male l'italiano abbia detto "Fuck you!" è ridicolo. Pensare poi che non abbia detto con quello sguardo e quel labiale quello per cui è stato espulso è assurdo, anzi è malafede. Ha fatto una cavolata perchè gratuita e inutile. E salterà le prossime due gare, compresa la Juve perchè è il calendario che lo impone e non chissà quale macchinazione. Sarebbe grave non squalificarlo per 2 giornate, perchè Taddei grida vendetta e altri pochi che sono stati espulsicon le stesse modalità. Il principio però rimane: o tutti o nessuno, ma quelli che vengono beccati devono essere puniti. Il problema è sempre lo stesso: il vaffa viene interpretato in modo differente. C'è quello che se la prende col terreno, col pallone, col proprio piede, con l'avversario, col compagno, col tifoso, con l'arbitro e con gli assistenti. Se ti giri e lo dici e l'arbitro lo sente, fa finta di non vedere o di non aver sentito. Se però vai là davanti, faccia a faccia, anzi - nel caso di Maicon - vai a cercare pure il suo sguardo e lo ripeti per due volte, allora significa che ti vai a cercare guai. E puntualmente sono arrivati. E Maicon è recidivo col rosso, oppure cancelliamo pure la storia. Ma Moratti ha già deciso: è innocente. Non c'è problema, tanto Ferrara un terzino a sinistra doveva comunque metterlo. Con o senza Maicon contro.

Zamparini ha perso tempo, ma ha trovato finalmente il problema. Che non è Zenga, ma quella maledetta idea di prenderlo. Cerchiamo di capirci, il calcio è uno sport d'istinto. E allora istintivamente Zamparini ha combinato l'ennesima cazzata, ingaggiando colui che col Catania gli aveva inflitto la più terribile sconfitta, con quel gol di Mascara strepitoso. Inconcepibile poi non chiamare la neuro dopo le dichiarazioni di presentazione. Perchè era chiaro che Zenga non avrebbe mai mangiato il panettone. Perchè Zenga non ha mai dato un gioco alla propria squadra e alzi la mano chi ha mai visto le partite in Slovenia, in Marocco, in Bulgaria, in Croazia o in Romania. Perchè a Catania si è contraddistinto per quella commedia dei calci d'angolo che all'estero ci invidiano: non hanno mai riso tanto. Perchè semplicemente non ha equilibrio per gestire squadre di medio-alto livello. Perchè ha volutamente regalato una partita all'inter con scelte che non sono discutibili, ma al limite dell'idiozia. Ha vinto con Napoli (se non sbaglio) e contro la Juve (proprio lui doveva rompere le scatole), ma non ha mai trovato un punto di contatto con la precedente gestione Ballardini. Non ha capito nulla di attacco e centrocampo, del ruolo di Nocerino e Simplicio (lui che aveva fatto le fortune di Ballardini da trequartista). Adesso per il Palermo si mette male perchè ripartire è difficile, visto l'ambiente siciliano. Se non arriveranno immediatamente risultati il popolo rosanero renderà la vita difficile ai giocatori e al nuovo tecnico. Il problema è: perchè perdere tempo con Zenga, quando Delio Rossi poteva essere preso già a giugno? O magari c'era addirittura Conte disponibile. Boh, però sarebbe curioso riuscire a sentire Zamparini su Zenga: "Presidente, avanti, ha voluto fare uno scherzo a tutti?". Ma questo qui non doveva vincere lo scudetto? E soprattutto: non l'avevo già detto che questo qui parla parla parla e combina realmente poco?

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