sabato 28 novembre 2009

Buffon, il razzismo e il momento Juve

Gianluigi Buffon non sbaglia un'uscita, nemmeno quelle davanti le telecamere dove appare sempre pacato, lucido. Dice cose intelligenti. E' un uomo vero, di quelli che in giro ne trovi poco, non certo in questi ambienti dove tutto gira troppo facilmente e troppo in fretta. Così nella settimana che porta alla sfida più velenosa del calcio mondiale dare retta al portiere più forte del pianeta sembra cosa ragionevole.


Soltanto una parentesi sulla Juve dopo la critica post-match di mercoledì. Siamo a pezzi, col morale, con il fisico, con gli uomini. Il rientro di Capitan Del Piero gestito malissimo da Ferrara ha creato più scompiglio che altro. E adesso, oltre Iaquinta e Trezeguet, anche Amauri è ai box. Attaccanti a disposizione: zero, visto e considerato che Del Piero ha un'autonomia scarsa e pochissima benzina da far arrivare al cervello per coordinare gambe e mente. Si fa verso - e sto scherzando, ma non troppo - un 4-2-4-0. Con Diego più Giovinco più Camoranesi più Del Piero che cercherà di fare la prima punta. Si va verso l'ennesima difficoltà per Ciro Ferrara che di idee ne ha, ma che a volte pecca anche lui di troppa superficialità. Solo con superficialità infatti si può capire la scelta di mandare Alex dal primo minuto in campo contro i francesi. Cosa che non può accadere domani pomeriggio. O forse sì se proprio Amauri non dovesse farcela. C'è sempre Ciro Immobile e speriamo che la sorte non ci giri contro. E siamo a 7 giorni dal big-match. Peggio di così non può andare.

Tornando a Buffon e al suo consiglio. Consiglio indiretto e implicito. E' stato lui a placare l'ira dei tifosi che avevano ricominciato a cantare quel dannato coro idiota. E i tifosi di fronte al Santo hanno arretrato e cambiato ritmo e parole. Grazie Gigi. Alla prima intervista però lo stesso Gigi ha strapazzato stampa e giornalistucoli che ovviamente hanno strumentalizzato a dovere la cosa. Scatenati da quell'infame di nome Murigno. E cosa ha detto Gigi. Semplice: "non cadiamo però nell'errore di fare del razzismo al contrario". La traduzione l'ha data pure un certo Maroni che dice "Non è un coro razzista e non si tratta di razzismo". Ma va! Proviamo allora per la milionesima volta di mettere ordine in un paio di cervelli malati. Tanto quanto quegli imbecilli che quel coro l'hanno inventato e cantato. Nessuno lancia cori razzisti contro Balotelli. Nessuno però deve essere obbligato a non poter offendere l'avversario. Fa parte della nostra malsana cultura che viene espressa in ogni ambito: dal calcio alla musica, passando per la politica. L'offesa ci appartiene. E quella stessa offesa contro Balotelli viene continuamente e impeccabilmente espressa in ogni stadio italiano. Quindi delle due l'una: o Balotelli è il più grande perseguitato d'Italia o Balotelli deve darsi una grande regolata. Delle due l'una: o Balotelli si comporta in maniera tale da aizzare contro di sè i tifosi non nerazzurri d'Italia o i tifosi che vanno allo stadio sono tutti quanti razzisti. Basta rispondere e quindi agire di conseguenza.

Grazie Gigi, ancora un'altra lezione di stile. Peccato però che a fare scuola sono altri. Un vero peccato.

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