mercoledì 11 novembre 2009

Cosa ha di più l'inter?

Se lo chiede Blanc e si risponde pure. E la risposta è quella che più mi piace: "ha solo 5 punti in più". Risposta che prevede una serie di riflessioni che spaziano dall'ironia alla ferocia verbale, dal cattivo pensiero ad un'attenta analisi della situazione.


In quei 5 punti trovano spazio le due disfatte di Bologna e Napoli: esattamente 5 punti persi. Trovano spazio pure la serie di infortuni che ha costretto Ferrara a schierare la formazione più ovvia: meglio, quella che gli rimaneva in mano. Eppure siamo lì. Eppure, addirittura, siamo cresciuti sotto il profilo del gioco e sotto il profilo di squadra, nel suo complesso.

In quei 5 punti trovano pure spazio alcune decisioni. Dubbie? No chiare, ed evidenti. Per esempio sarebbe carino avere due punti in più, quelli contro il Genoa per intenderci. Era pure bello per il morale che il gol di Melo contro l'Atalanta venisse convalidato, così da avere 6 nel tabellino marcatori. Per avere ancora più entusiasmo. Magari sarebbe servito a poco, intanto però l'euforia aiuta a lavorare bene.

Sarebbe stato carino pure poter contare su almeno un rigore, visto che non ne abbiamo battuto nessuno, eppure in area la Juve entra e porta pure tanti uomini. Ma anche così è bello. O sarebbe stato carino vedere un gol in fuorigioco convalidato. O semplicemente, rincorrendo i pensieri buffi di qualcuno, sarebbe carino che quello che alla Juve non viene dato né regalato, non venisse dato né regalato alle altre. Perchè noi in B siamo scesi veramente, ma ciò non significa che dobbiamo pagare i conti di tutti.

E qui si inserisce una vicenda che ha del mistero. La vicenda Moggi. A me servirebbe sapere dalle parole di qualcuno interessato ai fatti, se questo Dirigente qui che ha vinto col Napoli abbracciando Maradona, poi ha vinto tutto con la Juve prendendo applausi da tutti, pure a dieci anni di distanza (per esempio da Manchester o Arsenal, da River a Barcelona), ha realmente combinato qualcosa di losco. Realmente significa: mostratemi i fatti, ditemi come faceva. Se non altro, almeno per evitare che ciò accada di nuovo. Si dice che aveva al suo soldo circa 400 collaboratori, tra arbitri, presidenti di altre squadre, notai e via così. Però è complicato pensare che il Signor Moggi comprasse 385 schede telefoniche e le distribuisse a 385 persone. Perchè è complicato? Perchè poi vengono assolti tutti e giustamente - dall'alto di un'ironia magistrale - lui dice "ma se nessuno è colpevole e vengono tutti assolti, con chi facevo questi delitti?".

Geniale la presa di posizione di Moggi. Cioè lui sostiene che se la Juve manovrava partite e arbitri e lo faceva non per illusionismo, ma con manovre pratiche (telefonate, sorteggi pilotati, decisioni arbitrali concordate e via così), almeno un signore che dica "sì, in quella partita ho fatto questo e questo perchè mi era stato ordinato da Moggi!" lo si dovrà pur trovare o no? Dato - anche - che molti di questi imputati ormai tutti assolti (anzi, molti continuano ad arbitrare l'inter, cioè l'ultima squadra che dovrebbero arbitrare per difficoltà-psicologica, ipotizzando l'inter come la martire di questa storia) sono o fuori pericolo dal processo o hanno ripreso la loro normale attività. E' un discorso che non regge in piedi e assomiglia a molti altri discorsi.

Tanto più che in Italia la situazione non è migliorata. Anzi peggiorata a vista d'occhio. Se prima la Juve poteva contare - così si dice - di favori arbitrali per cartellini gialli concordati (già, però anche qui mancano le cifre e i fatti) o fuorigioco per cui "nel dubbio, fischia a favore della Juve", ancora non si erano visti fuorigioco di 3 metri 3 (Siena-inter) o tutta la serie di grandi fischiate (Parma e Roma in ultimo) aventi come unico motivo consegnare qualcosa a qualcuno.

Carlo Lucarelli straccerebbe questo racconto in meno di un minuto: la storia non regge. Intanto in B siamo scesi e qualcuno ha potuto sfilare indisturbato. Ma verrà il giorno in cui l'equilibrio troverà la giusta casa. Per il momento tale equilibrio è stato sfrattato, a firma Massimo Moratti e Guido Rossi. Auguri.

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