mercoledì 27 maggio 2009

Nucini, parte seconda

Come nei migliori film, ecco l'arbitro Nucini! Escluso dai piani alti della professione per incapacità (basta, in modo molto decoroso, andare a riguardare i suoi arbitraggi nelle serie minori, poi c'è sempre tempo a imbrogliare), ecco che torna con forza il suo nome. Sono passati tre anni dall'operazione "Piazza pulita dalla Juve" architettata da Moratti, la Juve è riemersa con merito, adesso c'è la seconda parte del film. Già visto, sia chiaro.


Dopo tre anni, dopo interrogatori e indigini, dopo la ricerca di prove e testimoni che non ha portato nulla di nuovo da quel che già si sapeva, l'arbitro Nucini torna protagonista. Rivela in questi giorni che la Juve deteneva il potere e la capacità di decidere chi doveva vincere e chi perdere. Questa frase è identica tra l'altro a quella pronunciata nel film "Il capo dei capi". E c'è gente che giura che lo sceneggiatore sia lo stesso di Calciopoli. Ma, scherzi a parte, cosa questo Nucini vuole dire? Cosa ha in servo il gran genio di moratti-e-soci?

Per correttezza riporto da fonti ufficiali quanto è emerso da quelle indagini:

L’arbitro Nucini ha ufficialmente dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui; si lamentava con l'ex presidente nerazzurro di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni. C'è da dire che le squadre che affrontavano l'Inter con l'arbitro Nucini erano pienamente tutelate... Gli incontri tra Nucini e Facchetti non sono mai stati pubblicamente negati dalla società nerazzurra.

Facchetti, quando l'Inter andava a giocare in trasferta in Toscana, era solito fermarsi a pranzare a casa del designatore arbitrale Bergamo, il quale dichiara addirittura che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali.

MENTANA:
"Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena"
con Giraudo a casa sua, vorrei sapere: oltre a loro ha invitato altri
dirigenti a casa sua?"
BERGAMO:
"Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio
anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie"
MENTANA:
"Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??"
BERGAMO:
"Beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTOFACCHETTI è stato quello che più degli altri ricevevo in casa"


Tra le intercettazioni pubblicate dai giornali, saltano fuori per sbaglio alcune telefonate tra Facchetti e Pairetto (l'altro designatore arbitrale). In una di queste i due campioni di sportparlano di parecchi biglietti delle partite dell'Inter da consegnare a Pairetto; nella telefonata emerge che i biglietti si trovavano nella sede nerazzurra e che sarebbe passati a prenderli tal Santambrogio.

A me, pare tutta una buffonata. Lode al grande campione che è stato Giacinto Facchetti, lode pure alla sua Grande Inter, ma proprio per rispetto di quegli anni, tutta questa storia puzza tanto. Ma proprio tanto.

Ma allora, se tutto è stato risolto, perchè tornare su quelle scenette? Perchè alimentare ulteriori dubbi sulla veridicità di quella vicenda. Non sarebbe meglio insabbiarla per sempre, dimenticando una delle pagine più brutto del calcio italiano? O c'è ancora qualcosa da sistemare: magari la seconda passata per l'inferno della B? E i bilianci: vogliamo controllarli? E soprattutto, alla luce delle ultime trattative per il rinnovo di Murigno e quello imminente di Zlatan Ibrahimovic, vogliamo smetterla di legare aggettivi positivi al nome di Moratti. Povera Italia, povera!

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