domenica 31 maggio 2009

Nedved maltrattato? No, programmazione

Ma che maltrattato?! Ma che beffa?! Dai ragazzi, cerchiamo di dire cose razionali per favore.


Una Juve in ricostruzione non può programmare il proprio futuro con Pavel Nedved, che oggi dice lascio, domani ci ripensa per poi il giorno dopo ritirarsi nuovamente. Benchè atleticamente validissimo, uno dei migliori, purtroppo per lui anche questa stagione ha confermato una sorta di scarico mentale. Poche, ma alcune partite non le ha giocate per nulla. Quella maledetta Champions ha distolto la sua attenzione? Dopo quel 25 febbraio Nedved ha chiaramente detto di ritirarsi. E confermato tale ipotesi a lungo. La dirigenza ha scelto una via precisa: poichè Nedved è insostituibile, ha puntato un fenomeno come Diego e gettato le basi per un cambio di modulo. Qui si parla di rispetto, ma il rispetto deve essere reciproco. E la dirigenza si è mossa nel modo corretto: vuoi continuare? Benissimo, noi intanto lanciamo qualcun altro e tu resti, a 1 milione di euro più premi, senza alcuna garanzia di giocare. Qui dobbiamo deciderci tutti quanti, tifosi in primis: vogliamo tentare di vincere o vogliamo ripercorrere la strada dell'inter di mancini, che la domenica schierava la formazione del calcetto di giovedì?

Questo discorso è indipendente dai concetti tecnici o atletici, è una questione di principio cui ci aveva abituati Luciano Moggi. Mi pare pure con ottimi risultati. Ora, se quel Raiola pensasse un pò ai cavoli suoi, credo che questa situazione si sarebbe potuta risolvere in due secondi. Oggi invece le cose sembrano diverse. E anche precise. Se Nedved vuole ripensarci, il posto per lui c'è sempre. Conscio però che la Juve ha già scelto Diego per i prossimi anni, cambiando probabilmente pelle. Conscio cioè che lì sulla sinistra, per i prossimi anni, la Juve intende trovare un suo possibile sostituto. E' impossibile, vero. Ma la società, se vuole tornare a vincere, ha l'obbligo di provarci.

Il resto è solo un vizio di forma, il solito vizio italiano di andare contro qualcuno. Qua la memoria di Pavel è sana, integra. Non viene scalfita, nè sporcata. Gli scudetti sono 4, il Pallone d'Oro rimane. Ma il presente è già duro di per sè, non complichiamo la vita della Juve per favore! Onore a Pavel, ma la vita continua. Moggi insegna.

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