lunedì 28 settembre 2009

Che grande uomo e che grande gruppo

Davanti la telecamera appare stranamente rilassato, tranquillo perchè ha comunque tutto in mano. Comunque è inteso per tutti quelli che lo vorrebbero dietro una scrivania. Tutti quelli cui rode il culo per tanti anni di gavetta. Tutti quelli che insomma la Juve possono solo ammirarla dalla TV o dalla panchina opposta. Tipo uno come Papadopulo "con 700 panchine sotto il sedere" ma che valgono esattamente come le 7 ufficiali di Maestro Ciro in questa stagione. Questo per cominciare.


Ma che grande uomo, Ciro. Arriva ai microfoni e la prima cosa che dice è "Ho sbagliato anche io a mettere giocatori che non scendevano in campo da tanto tempo. Dobbiamo migliorare". E poi sciorina, quasi fosse interrogato, una serie di problemini che la Juve deve in fretta risolvere. Lo sa bene Ciro e questo al tifoso basta. Insomma il fatto che Melo perda il secondo pallone decisivo in questa stagione è un segnale importante. Il fatto di prendere gol su punizione battuta velocemente pure. Il fatto che là davanti creiamo, ma la mettiamo dentro con poco cinismo pure. Tutte cose che si possono e devono sistemare, ma nulla di drammatico. Anzi, per il cambio di guida, di preparazione, di modulo e di uomini tutti si aspettavano peggio. La sensazione è quella di una squadra compatta e di un progetto serio e preciso, partito a luglio e certamente sulla buona strada. Contando sul recupero prezioso di gente come Diego (ieri in campo più per amore dei tifosi, come rivelato implicitamente da Ferrara) e Del Piero (si è mosso bene in quei pochi minuti finali), Sissoko (quanto manca a questa Juve il maliano!) e Cannavaro. Aspettando che Amauri centri la porta, soprattutto che ci provi.

Quest'ultima affermazione è la più preoccupante. Conoscendo Lippi e quindi Ferrara, il brasiliano sarà regolarmente in campo mercoledì. Anche se mi aspetto qualcosa del tipo che se Del Piero sta bene andrà lui titolare, viceversa sarebbe logico riproporre Iaquinta-Trezeguet, magari con Giovinco dietro le punte o Camoranesi trequartista e davanti la difesa mastini su mastini. Preoccupante la partita di Molinaro. Insomma, due anni sono buoni per capire che questo qui, col rispetto per quanto di brutto ha passato, non è da Juve. Imbarazzanti certi cross, poco propositivo. E sì che col nuovo modulo le fasce dovrebbero funzionare al meglio. Come per esempio il mai elogiato Zebina, uno che corre, che si propone, che tenta la giocata e a volte riesce. Uno che la mette dentro e provoca per esempio il terzo gol stagionale di David, uno ogni 88 minuti.

E siamo già alla vigilia del match contro il Bayern. Nessuno si scervelli, la formazione è già annunciata. Diego non è nemmeno al 40% e probabilmente non sarà della partita, rientrerà Grosso, ci sarà spazio per Melo e Marchisio perchè altrimenti giochiamo con due di meno. Ci sarà Iaquinta, insostituibile, e forse Amauri, o Trezeguet o Del Piero. Certo fa strano leggere ancora nomi tra gli indisponibili. E che nomi: Cannavaro e Sissoko. Un vero peccato.

Però al contrario degli anni passati questi stop sono i benvenuti. Troppo felici no, molto attenti sì. Attenzione che ieri è mancata. Attenzione che non mancherà mercoledì. Stanchezza a parte è la rabbia adesso che deve prendere il posto di energie un pò fiacche, ed è fisiologico. Il risultato prima di tutto? Mercoledì sì. Lo sa bene Ferrara, lo sanno bene i giocatori.

E concludo con i giocatori. Per un tifoso sentire le parole di Trezeguet in questo calcio malato di protagonismo è assoluta soddisfazione. Sentirlo parlare di Amauri, del fatto che la Juve è un gruppo, che ognuno deve accettare consegne e ordini e disposizioni solo per il bene della Juve e non del singolo... beh, che gli altri imparino. Lo stile è sempre impeccabile. Inavvicinabile per qualunque altra armata. Pure davanti i microfoni.

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