sabato 31 gennaio 2009

Amauri Brasile: decide la Juve

Come al solito la disinformazione la fa da padrona. In Italia in realtà dovremmo parlare di disonestà giornalistica. Ecco i fatti.


Amauri non è stato convocato da Dunga in prima battuta. Al suo posto fu preferito Luis Fabiano. Quest'ultimo si è infortunato in questi giorni e Dunga ha chiamato al suo posto Amauri: prima convocazione. Ma, in caso di amichevoli il regolamento internazionale prevede che in simili casi, e cioè se la convocazione è fatta nei quindici giorni che precedono la partita,  a dover decidere sull'accettazione della convocazione non è più il giocatore ma la società. Quindi: è la Juve che deve rispondere positivamente alla chiamata di Dunga, e non Amauri.

Amauri, in cuor suo, accetterebbe in tutta fretta: è brasiliano dentro, perchè non dovrebbe farlo. Inutile discutere su questa logica e ovvia e naturale decisione. E la Juve come si comporterà?

Dico subito la mia. Se la Juve dice di no ci resto malissimo. Io e Amauri. Non è giusto decidere del futuro di un proprio giocatore, soprattutto se parliamo di Amauri e del suo sogno di giocare con la maglia verdeoro. Anzi la Juve dovrebbe essere orgogliosa dell'operato di Amauri in nazionale. Se la Juve dice di no rischia pure di inimicarsi il giocatore e addirittura perderlo psicologicamente: ovvio no? Se la Juve dice di sì, Amauri e la nazionale italiana saranno due cose per sempre differenti. E Lippi deve dire addio al suo sogno di convocare Amauri. E la burocrazia italiana avrà arrecato un danno enorme alla propria nazionale.

La storia, a parer mio, è dunque semplicissima. Blanc e Cobolli Gigli dovranno dare l'ok alla federazione brasiliana per prelevare Amauri e di lì godersi un Amauri con la maglia verdeoro.

Ipotesi: non è che Dunga vuole farci un torto bello e buono? Cioè: non è che Dunga convoca Amauri per il solo gusto di toglierlo a Lippi? Cioè ancora: se Amauri viene convocato e poi non gioca il 10 febbraio contro l'Italia, che figura ci fa Dunga?

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