domenica 28 settembre 2008

Mourinho contro il calcio italiano

Prima spara a zero su Ranieri: francamente, non capisco perchè esternare così clamorosamente un rapporto mai sbocciato. Alla luce del fatto che Ranieri tende costantemente a sottilizzare e a buttare tutto sull'ironia, come è giusto che sia. Poi prende di mira Beretta, reo di aver espresso il desiderio di conoscere il commento del portoghese su una partita, Lecce-Inter, che aveva visto la squadra del sud protagonista.


Più che Special One questo qui da proprio l'impressione di essere un Cogli-One. Doti tecniche eccellenti, dimostrate col Porto e un pò meno col Chelsea (negli anni bui di Arsenal e Manchester vincere i due campionati con quella rosa là era il minimo, la Champions ha invece dimostrato altre cosette e proprio per la Champions Mourinho ha abbandonato la barca). Doti umane da rivedere. Ora, va bene essersi creato un personaggio da fumetto: l'uomo grigio che piace a chi tifa a favore e che sta antipatico a chi tifa contro, l'uomo rude con la faccia tosta (traduzione: faccia-da-ca**o). In perfetto stile Intertriste.

Scagliarsi contro la gente è fin troppo facile e qui in Italia ha trovato il terreno ideale. Il nostro è un paese dove chiunque può sparare a zero su chiunque altro, senza pagare nulla, rischiando praticamente zero. In più, se fai parte della scuderia Moratti-Tronchetti Provera-Guido Rossi, allora la tua protezione è assoluta: fai quello che vuoi e non verrai mai punito.

Detto questo, il desiderio di un calcio italiano in profonda crisi, l'unica cosa su cui Mourinho ha ragione, è vedere sana sportività (tipo le battutine di Ranieri e i discorsi pacati e intelligenti di Prandelli e Ancelotti, oltre che i desideri casti di Beretta) e sentir parlare i protagonisti con lucidità, all'insegna della lealtà verbale prima che sportiva. Vanno bene i proclami di Ancelotti e Galliani, vanno bene i discorsi di minimo-moratti e Cobolli Gigli, lo sfogo di Prandelli, l'inno di Delio Rossi e Reja. Ma le conferenze stampa di Mourinho proprio no. Che faccia parlare Baresi, fin qui l'unico a poter sopportare le domande dei giornalisti.

Prima c'era Moggi che con la sua carica ironica e quella vena velenosa aveva fatto innamorare i giornalisti e gli juventini e attirato contro tutti gli altri. Questo portoghese attira solo cattiverie gratuite e rischia di far degenerare incontri, interviste ("Se volete vi faccio un disegnino" lo dicono i bambini per scherzo, non gli adulti in conferenza stampa) e partite. Anche e soprattutto per il bene degli intertristi, perchè non-volesse-il-cielo l'intertriste non dovesse vincere l'ottavo scudetto consecutivo...

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