martedì 29 aprile 2008

Juventus-Lazio 5-2

Chiariamo subito un punto: questa Juve è diversa da quella di tre settimane fa per almeno due motivi concreti:



  1. la squadra ha finalmente capito di essere forte, in tutti i sensi: società, uomini-società con a capo Blanc (ottimo lavoro, forse anche di più) e Cobolli Gigli (splendida persona, non me l’aspettavo, oltre che tifoso vero), uomini-giocatori (campioni, nuovi arrivati, riesumati, giovanotti in cerca di gloria);

  2. il futuro è meno grigio di quanto poteva apparire ad agosto: si prospettano dei mesi e degli anni davvero divertenti se il progetto continua ad essere portato avanti con questa tenacia e serietà.


Archiviato il ritorno in A (su cui un pò di paure erano affiorate), la Juve archivia pure la Champions League, o meglio il ritorno, ma a noi il solo qualificarci… è già una mezza vittoria.



La cosa più interessante è come questa Juve si è cambiata, già “si è cambiata”, da sola, dall’interno, aiutata da Mister Claudio Ranieri (la cui foto dovrebbe giacere nei portafogli di ogni Juventino), aiutata da uomini simboli come Del Piero Trezeguet Nedved Camoranesi e Buffon, in ordine sparso magari (e senza virgola perchè questi cinque sono una cosa sola).



E’ così la partita inizia già vinta: con Del Piero che rincorre tutti, con Trezeguet che scende giù fino alla propria metà campo, con Sissoko che è padrone assoluto di 50 metri quadri di campo, con Chiellini che al centro sembra un nuovo Ferrara, con Camoranesi che inventa le cose più incredibili, con Pavel Nedved che ha dimenticato l’età e corre e lotta come un ragazzino di 18 anni. Poi c’è Cristiano Zanetti, lo scarto dell’intertriste che alla Juve sta facendo cose meravigliose (contenti di averlo scambiato col superpacco Vieira). Poi c’è un Legrottaglie in forma strepitosa: anticipi, chiusure, ripartenze, e un pò di gol pesanti segnati in 29 partite di campionato, come ai bei vecchi tempi. Quindi Molinaro, l’autentica sorpresa di questa stagione. Quindi Grygera, con le sue difficoltà di ambientamento. E’ questa la Juve che ha strapazzato la Lazio già nei primi 32 minuti. E Ranieri non la cambierà più. Tutti in panca a riposarsi, magari dando il cambio già domenica contro il Siena, per la passerella delle tre giornate conclusive. Tutti protagonisti, nessuno escluso. Tutti, nessuno escluso. E tutti splendidamente confermati (non vorrete certo rovinare la festa al povero Tiago, che Dio lo svegli prima o poi).



Il match vede la Juve in vantaggio al 32° per quattro reti a zero, a firma di Chiellini, Camoranesi, Del Piero e Trezeguet. Tutti a casa. Lo pensano molti tifosi laziali che abbandonano davvero lo stadio. Lo avrà pure pensato Lotito, seduto accanto al Presidente Bianconero che con difficoltà smorza la gioia per vedere una Juve così forte, anche nel primo tempo. Poi è buoi totale. La Juve controlla, non ha più voglia di affondare i colpi. La Lazio riemerge un pò nel secondo tempo, trova due gol strani e belli allo stesso tempo. Chiellini prova a mettere la firma su un altro evento: dopo aver segnato una doppietta contro l’Arezzo appena un anno fa decretando il ritorno in A della Juve, domenica firma la doppietta che vale la Champions. Chissà il prossimo anno dove piazzerà il tris!



Conclusioni: miglior attacco del campionato, seconda miglior difesa. Secondo posto molto difficile da raggiungere, un terzo posto in cassaforte. A leggere la classifica bomber c’è da aver paura: Trezeguet a quota 19 (con Borriello), Del Piero a quota 18. Giù c’è Vincenzo Iaquinta con 9 centri. E se proprio vogliamo fare i bambini: a 16 reti c’è Mutu e un gradino sotto Ibrahimovic. Come a voler dire: che Juve era quella di due anni fa? Ah già… truccavamo anche i giocatori, dimenticavo!

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