Cominciamo con la fantasia di Perinetti e Matarrese: "voleva 12 giocatori e quindi abbiamo rotto. Si è montato la testa!". E tutti a seguire e dare corda ai due geni del tavoliere. Diciamo piuttosto come stanno le cose: Conte pretendeva di avere i giocatori funzionali al proprio progetto tattico. Non avrà certo chiesto Pirlo, Camoranesi e Cristiano Ronaldo, ma giocatori giovani, facili da prendere e appunto ideali per il suo 4-4-2. Giocatori in grado cioè di portare la salvezza. Obiettivo del Bari era invece quello di monetizzare i giocatori messi in mostra nel campionato di B (cosa peraltro già fatta: Barreto torna a Udine, Guberti ceduto alla Roma e se qualcuno si interessa a Kutuzov, partirà pure lui; Lanzafame non rimarrà in Puglia). Detto ciò Conte avrà sicuramente espresso più di un dubbio per il prossimo campionato. Senza i suoi punti di forza, riproporre il Bari fantastico della B è praticamente impossibile. Inoltre, Conte ha preteso di avere la rosa quasi al completo per l'inizio della preparazione, per cementare il gruppo e poter allenare in modo tranquillo, con tutti gli uomini al posto giusto e già pronti. Risposta negativa di Perinetti. Ora, mettetevi nei panni di Conte e chiedetevi: conviene andare avanti sapendo già che questo Bari, così come è messo, andrà poco lontano? Difesa a rischio (perchè anche Ranocchia ha mercato), ali smantellate e il capocannoniere che non ci sarà più. E in perfetto stile italiano tutto scaricato sulla testa di Conte. Che da persona saggia ha preferito rinunciare al proprio guadagno e ora attende qualche buona panchina di A. Per la verità ne sono rimaste ben poche. Giusto quella di Siena, che conosce già per aver fatto il vice a De Canio, e quella dell'Atalanta. Strano calcio quello di oggi. Io penso che dopo i meriti e gli ampi giudizi positivi che Perinetti si è pur meritato, più di Conte che si è montato la testa, è vero che Perinetti si è sentito schiacciato dal protagonista Conte. Quando c'è da dar-contro ad un allenatore siamo in prima fila, quando c'è da attribuire i giusti complimenti e meriti allo stesso allenatore, allora scattano invidie e strani ragionamenti proprie della cultura italiana. Buon lavoro Bari.
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