Non è una questione di ex-bandiera, è solo questione di stile e di onestà intellettuale. Pochi stralci dell'intervista del presidente del Bari: "ave vo saputo che in curva nord si era no già preparati per contestare l’allenatore. Io dissi loro di non far lo e loro mi hanno ascoltato"
Una cosa bellissima, una frase di quelle proprio interessanti. Ma come si può contestare o fischiare un tecnico che dopo un decennio riporta a Bari il bel calcio e la massima competizione italiana?
Semplicemente è la solita storia italiana: il Presidente che fallisce il progetto tenta di buttare fango sul suo ex allenatore, proprio quando l'ex-allenatore decide di diventare ex una volta capito che quel progetto in realtà è solo fumo negli occhi dei tifosi.
Conte aveva bisogno degli interpreti giusti per il suo 4-2-4. Aveva chiesto un paio di giocatori-chiave, per esempio Barreto e Guberti, la diga di centrocampo e gli esterni. Niente da fare: nessuno di questi rimarrà a Bari. E non ci sono i soldi. Allora, per evitare brutte figure, Antonio Conte ha lasciato. Tutto molto semplice. Estremamente semplice.
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