Leggendo i giornali, ascoltando i tg non capisco una cosa: dove sta la sorpresa? O meglio, qual è la straordinaria impresa di questa Juve? Riepilogo brevemente: negli ultimi venti anni gli scudetti non si contano più, 1 Champions vinta ai rigori, 3 finali di Champions consecutive (2 perse nel risultato ma non nel campo), 1 Champions persa ai rigori, un paio di Coppe Italia, altrettanto SuperCoppe Italiane, 1 SuperCoppa Europea (quando aveva un suo valore), 1 InterContinentale. Baggio, Zidane (2 volte), Nedved, Cannavaro premiati col Pallone d’Oro. Blocco nazionale campione del Mondo nel 2006 col miglior portiere al mondo (4 anni consecutivi), capitano, miglior esterno destro (Zambrotta) e ultimo grande oriundo (Camo). Tutto questa è stata la Juve degli ultimi vent’anni. E proprio questa vittoria, schiacciante nel carattere e nel gioco, ripropone un mio vecchio quesito: che senso ha Calciopoli? Quale mistisco obiettivo si celava dietro le scelte di moratti e guido rossi? Perchè siamo qui nuovamente a celebrare una Juve superiore e l’ennesima figura di merda dell’intertriste sempre più triste. Una Juve superiore in fatto di squadra e non di organico, superiore in fatto di gruppo e non di singoli. Ma siamo sicuri di questo? Cioè: il colosso Del Piero e il bomber Trezeguet, il genio Camoranesi e l’irriducibile Nedved, il santo Buffon e la roccia Chiellini valgono meno di checca-sanetti ibra cruz suazo chivu macellazzi maicon (uno che già nel nome nasce errato, sapete la storia no?)? Certo che no, e parlano i fatti, anzi proprio nei fatti si trova già la dimostrazione. Del Piero sale definitivamente al primo posto degli juventini, per presenze, già per reti messe a segno, per personalità, per carriera, per numero di vittorie, per una figura sempre e solo positiva, divertente, entusiasmante. Trezeguet non ha eguali: brutto tecnicamente, molto assente nelle partite, sempre in gol, in qualunque modo. Trezeguet è nato soltanto per spingerla dentro: solo sostanza, esclusivamente sostanza. Tanta, tantissima, più di Borel II ad esempio. Buffon propone ai più piccoli il dilemma: sognare da attaccante o da portiere? Nedved mette in discussione il sistema anagrafico della Repubblica Ceca: ammettiamolo tranquillamente, questa persona non può avere 37 anni. Corre, prende botte, le dà pure, si rialza, corre, rincorre, tira, serve palloni, li smista e li tiene con la sicurezza di uno che con quella palla può fare quello che vuole. La cosa più sorprendente è la sua scelta, in ogni minuto di gioco: è sempre quella giusta. Appoggiarla dietro per rilassare la manovra, o accelerare, o proporsi sulla fascia, o accentrarsi per ricevere e scaricare. Incredibile. Camoranesi è un italo-argentino che dell’Italia ha la caparbietà e la fisicità, dell’Argentina il genio assoluto in un piede destro delizioso, leggero, calibrato. Classe pura al servizio di una coda che sventola al centro, a destra e pure a sinistra. Dribbla, recupera palloni, vince contrasti ora contro Cruz scaraventandolo a terra, ora con Ibrahimovic. E’ lui la chiave dell’intera vittoria, la sua posizione e la sua maestria nel mantenere la manovra fluida e tranquilla. Chiellini è una rivelazione, unica. Abbiamo trovato un nuovo centrale, ancora una volta lo avevamo già in casa. Alto, grosso, forte, spigoloso, cattivo, sfrontatamente tranquillo con la palla al piede. Non soffre mai Ibra, meno che meno Cruz. Non perde un contrasto uno, li vince tutti. Di testa è migliorato tantissimo. Mantiene la posizione splendidamente, sembra già un veterano, eppure Chiellini vive al centro da appena 7 mesi. Donadoni non lo convoca e dimostra tutta la sua classe: la quinta elementare, una classe che abbraccia tutti i bambini che ancora devono crescere, tanto tanto tanto. E qui il dubbio che la federazione ci stia mettendo del suo, non solo mi sfiora ma mi colpisce in pieno viso. Fuori Del Piero per qualche mistica ragione di sadomasochismo e di voler ancora una volta dimostrare di quanta pochezza di pensiero e idee stia investendo l’Italia negli ultimi anni, nel calcio e nella vita in generale.
Ma passiamo al match. Non c’è storia. Dopo 17 secondi Maicon firma la sua unica vera discesa in quella fascia molto ben controllata da Molinaro, tranne nel gol di Maniche. Ma poi, il primo quarto d’ora è di marca juventina. Trezeguet e Del Piero fanno girare la capoccia ai difensori merdazzurri, soprattutto Del Piero sceglie macellazzi come suo nemico: lo salta ripetutamente, lo umilia continuamente. Sissoko in mezzo è una manna: corre, rincorre, recupera e contro di lui sbattono avversari e palle rimbalzate verso la metà campo nerazzurra. L’intertriste è pericolosa solo su punizioni gentilmente concesse da Farina, che ha il merito di rimanere fuori dal progetto di moratti e arbitra finalmente una buona partita. Al settimo minuto Molinaro serve Nedved che mette al centro un delizioso pallone. Del Piero ci arriva e colpisce male, anche e soprattutto per colpa di Maxwell (se non avesse tirato, qualcosa da recriminare c’era). Camoranesi alza una palla per Brazzo ma ci arriva Alex che mette dentro ma Re Davide è lontano. Secondo coccolone per i merdazzurri. Un paio di punizioni alte di Alex che sembra aver smarrito la concezione dei nuovi palloni: troppo leggeri. Lo ha capito Chivu ma in porta c’è Buffon al quale si può segnare soltanto da 50 centimetri, non più lontano di così. Unico brivido un cross di Jimenez ciccato da Burdisso e parte alta della traversa di Stankovic, molto stanko(vic). Brazzo e Grygera spingono regolarmente sulla destra, Molinaro è più timido, Nedved si accenta spesso. La chiave, fin dalle prime battute è evidentemente Camoranesi. In dribbling insuperabile, occhio di lince riesce a smistare con tranquillità. Ha le spalle coperte da un Sissoko in forma strepitosa. Quanto è importante Momò per la Juve!!! Dietro, la Juve non rischia nulla. Intanto fioccano i gialli: Molinaro per fallo tattico (giusto), Chivu da tergo e in ritardo su Camo (diciamo arancione), Materazzi su Alex (uno dei dieci interventi pericolosi del macellaio dell’inter, poi graziato da Farina).
Il secondo tempo è un legittimare la presenza costante della Juve nella metà campo merdazzurra. Alex e David fanno quello che vogliono. Dopo 23 secondi Nedved potrebbe aprire i giochi ma il suo tiro su cross di Grygera è parato da Julio Cesar. Calcio d’angolo pericolosissimo ma l’intertriste si salva. Ennesimo calcio d’angolo, l’intetriste rinvia (come tutta la partita), Molinaro poco dietro la linea di metà campo imbecca David che non ci arriva, la palla filtra e c’è Camoranesi che guarda in faccia Julio Cesar e infila sotto le sue gambe. Apoteosi bianconera, ancora lui, sempre lui a firmare la prima rete. Juve in vantaggio, come due anni fa, come negli ultimi 110 anni. Juve sull’1-0 meritatamente. E la cosa che più piace ai milanesi juventini è che la Juve ha solo iniziato a macinare palle gol. Del Piero potrebbe raddoppiare ma tira alto. Legrottaglie sbaglia mira su corner. L’intertriste non reagisce. Sissoko e Camo al centro sono insuperabili. Grygera e Brazzo chiudono ogni spazio e ripartono con velocità. Del Piero continua ad umiliare macellazzi con dribbling cui il-marco-macellaio risponde con falli, solo falli. Al 63′ Camo è sulla sinistra, si accentra e trasmette in verticale ad Alex che viene incontro e con un tocco che solo il genio della lampada di Aladino può immaginarsi mette Re Davide davanti a Julio Cesar: secondo acuto. Uno schiaffo incredibile. La telecamera e Caressa sono in visibilio, mentre Trezeguet mostra i suoi occhioni e il suo sorriso a tutto San Siro che si ammutolisce: troppo forte lo schiaffo, troppo forte l’ennesima delusione. La Juve è avanti nel risultato ma soprattutto nel gioco. Comanda, rischia quasi nulla e sembra non volersi fermare. Piagnisteo è un mago della panchina: come indovina lui le cazzate, nemmeno Candido-Cannavò sulla Cazzetta-Rosa. Toglie Jimenez per Suazo consegnando alla Juve definitivamente le chiavi del centrocampo e offrendo ai bianconeri le ripartenze più belle di questo campionato, e dimostrando al contempo un progetto che non è mai esistito. Si va a braccio, con al disperazione di cambi mai ragionati e fatti come dice Lino Banfi a chezzo-di-chene. Altro cambio: Maniche per Cruz (perchè? quale senso? metti le tre punte e le togli subito dopo quando il risultato è ancora più pesante?). E poi l’assoluta genialata: Balotelli dentro, largo sulla destra. Cioè: un centravanti puro schierato largo. Cioè ancora: non Crespo che è un’animale di area di rigore (visto e considerato che gli ultimi minuti è inevitabile l’arrembaggio dello squadretta di moratti, in visto molto sciupato ieri sera) ma Balotelli (il giovane più sopravvalutato che si è macchiato di una dichiarazione da urlo in settimana “se fossi al Milan….”). Grande Piagnisteo, sei un grande: non andartene mai da quella panchina, l’italia perderebbe un motivo per ridere ogni domenica. Ma torniamo alla gara. Contropiede magistrale che fotografa la partita intera: Trezeguet scambia per quattro volte consecutive con Del Piero avvicinandosi all’area avversaria, mentre Burdisso soffre di mal di testa a furia di rincorrere un pallone che non toccherà mai, ora su David, ora su Alex, di nuovo su David, di nuovo su Alex. I due centravanti sembrano non decidere ancora chi dei due firmerà il tre-a-zero, poi Alex sciupa tutto buttando la palla sulle mani di Julio Cesar. Poco prima aveva ubriacato ancora macellazzi sulla destra presentandosi a tu-per-tu col portiere merdazzurro sciupando ancora. Ci aveva provato addirittura pure Sissoko, replicando alla grande bordata del primo tempo col risultato simile: palla che si schianta sui difensori. La Juve è padrona assoluta, la formazione è azzeccatissima e Ranieri cambierà soltanto al 74° con l’ingresso di Iaquinta per un Trezeguet stanco (che partita di vero cuore, a rincorrere e a proporsi) e poi con Nocerino al posto di Nedved (fischiato da San Siro, che goduria!). C’è il tempo per l’unico errore di Molinaro sulla fascia con gol da 30 centimetri di Maniche. Ed è la beffa più atroce, perchè San Siro ci crede davvero alla rimonta. Così come per questi 110 anni, così come contro il Liverpool. Ma il risultato è sempre lo stesso: delusione, delusione, profonda delusione. Quella che si legge negli occhi di un presidente che mastica molto amaro. Quella di tifosi che si chiedono cosa hanno fatto di male per meritarsi tutto questo.
Ma la serata non è finita: strepitosa la prestazione di Piagnisteo-Mancini durante le interviste. Esordisce così: “Beh il gol in fuorigioco netto ha condizionato la partita!”. Poi replica “Si, la Juve dopo il gol irregolare ci ha schiacciati”. E Ibra domanda “Hanno segnato in fuori gioco?”. La risposta è una: “Sì, abbiamo segnato in fuorigioco con Camoranesi. Abbiamo replicato con Trezeguet e sfiorato almeno altre tre volte la rete. Abbiamo dominato in ogni parte del campo e concesso solo qualche punizione. Abbiamo continuamente saltato l’uomo. E soprattutto: è stato più facile di quanto previsto.!”
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