Poche ore al debutto ufficiale di Ciro Ferrara in Champions. Emozioni e brividi per il napoletano alla guida della Juve. Forte dei tre successi di fila in campionato e di una rosa che sembra aver recepito tutti i segnali positivi del nuovo Mister, la Juve riceve il Bordeaux di Blanc. E di quel genietto francese su cui il Milan ha siglato l'ennesima figuraccia di una gestione senza senso.
Tutta l'aria positiva che si respira a Vinovo è dettata dal cambio di pilota. Un anno fa si sarebbe parlato di una Juve in emergenza: senza Del Piero, Diego, Sissoko e Chiellini (squalificato). Oggi si pensa all'undici che scenderà in campo per vincere. Concetto diverso, no? Un anno fa ci si aggrappava alla sfortuna degli infortuni (trappola in cui sono cascato io con tutti e due i piedi), oggi quella stessa sfortuna o non è menzionata o è battuta da una mentalità più combattiva e sicura. Certezze. Solo certezze.
Si soffre perchè poi la vittoria acquista un gusto dolce. Si sa soffrire senza andare mai in totale allarme. Si punisce l'avversario di turno in modo sempre diverso. Dal gol che non ti aspetti di Caceres, il peggiore in campo fino a quel punto, alle due perle di Diego, dal gol di Iaquinta a confermare la necessità di cuore e corsa al festeggiamento di David Trezeguet. Insomma, come a dire che c'è spazio per tutti. E quello spazio è fondamentale. Nessuno escluso. Mi riferisco a Tiago, prima scelta di centrocampo (certo lo aiuta l'infortunio di Sissoko, ma nel nuovo modulo a tre dimostra di potersi esprimere ad un buon livello). Mi riferisco soprattutto a Giovinco, restituito al suo ruolo originale e originario. Mi riferisco a questo genietto schierato larghissimo a sinistra da Ranieri. Anzi, al debutto in Champions alla seconda giornata, Giovinco ricoprì il ruolo di esterno destro, di centrocampo. E nonostante ciò risultò il migliore in campo insieme a Iaquinta e ai suoi due assist (proprio per la doppietta di Iaquinta). Oggi Ferrara lo lancia definitivamente. Mancano sì Del Piero e Diego, ma non si impreca contro qualcuno per la sfortuna. Al contrario, come già detto, si consegnano le chiavi della manovra al genio di Beinasco. E lui raccoglie con rabbia un ruolo che lo vede sì comprimario, ma pur sempre protagonista. Ruolo che sembra voler accettare.
Stesso discorso per Trezeguet: in silenzio lavora, suda e corre. E come sempre, se ha la possibilità, in qualche modo, in qualunque modo, la butta dentro. E per uno che di professione fa l'attaccante questo è già il massimo. Non è un'esteta, è solo un killer spietato. E già stasera dovrebbe avere la sua seconda possibilità, partendo però dalla panchina. Qualcuno vuole scommettere che prenderà il posto di Amauri a partita in corso? Appare la scelta più logica.
In difesa ci sarà spazio per Cannavaro: 36 anni e non sentirli. Al suo fianco Legrottaglie, quasi in barba a quella polemica di Mou che gli consigliò qualche settimana fa di cambiare squadra per poter giocare un match. A destra Caceres merita la riconferma, ma l'allarme è lanciato: Zebina quasi out seppur convocato, Grygera a casa. E Caceres che sta studiando un ruolo non suo (e si è visto contro la Lazio). A sinistra dovrebbe giocare De Ceglie: non credo Ferrara riproponga uno stanco Grosso. Oppure Molinaro. Tutti protagonisti. C'è un solo obiettivo.
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